
LAVORO ITALIANO NEL MONDO
PERIODICO TELEMATICO
Iscrizione Tribunale Civile di Roma n. 81/2014
Direttore Responsabile: Alberto Sera
Direzione e redazione: Via Po, 162 Roma
stampa@pec.italuil.it
Anno II Numero 41 1° dicembre 2015 Archivio
una gara a tappe
"Il Tour della Stabilità". Questo è diventato la corsa contro il tempo e contro i tagli ai patronati a cui ogni anno siamo costretti a partecipare. Ogni anno tante tappe in cui però a differenza della "Grande Boucle" i tempi si sommano a quelli della corsa degli anni precedenti. Lo scorso anno 35 milioni di ritardo. Quest'anno speriamo niente ma sempre i 35 milioni del precedente restano.
Una lotta impari perchè ogni anno dobbiamo rincorrere un campione in fuga (dalla realtà) e cioè un plotone di ciclisti che agiscano sui manubri in maniera inconsapevole perchè responsabili di decisioni preconcette. E questo campione non si ricorda che l'anno precedente stava dando retta a informazioni preconcette che lo stavano mandando fuori strada.
Va bene una volta, si fa per dire. Ma "perseverare" è diabolico.
Partecipare ogni anno a questo stillicidio di incomprensioni non ha nulla a che vedere con la razionalità, la socialità, l'economicità, la modernità, l'efficacia, la democrazia.
Al momento di chiudere questo numero la legge di stabilità non è ancora stata approvata dalla Camera dei Deputati, presumibilmente prima di andare in seconda e definitiva lettura al Senato.
Dobbiamo ancora affrontare il Tourmalet. Se si vince c'è anche un bonus. Non di quelli che regala il governo. Ma il bonus della consapevolezza di combattere ogni giorno battaglie di civiltà per la tutela dei diritti.
ritrattistica di classe
Quasi duemila autoscatti per raccontare la storia di tremila persone.
#iocimettolafaccia è un invito alla condivisione, a fare gruppo, a entrare in rete. E dalla rete parte la richiesta a compiere un gesto semplice #xidiritti: farsi un Selfie “A sostegno dei patronati” e dire “NO ai tagli”.
terrorismo e democrazia
"Il terrorismo è l'estrema propaggine, la deriva inevitabile, della società dei consumi." È stato questo il refrain, nei giorni successivi alle stragi, di cui si discute in alcuni circoli intellettuali francesi, segnatamente, a Parigi, dove gli approfondimenti sulle società multirazziali affondano le radici nel tempo, dai dibattiti introdotti dai nouveaux philosophes, Bernard-Henry Levy, Andrē Glucksmann, fino ad arrivare a Michel Houellebecq di "Sottomissione", romanzo di potente suggestione sulle derive sociali e razziali della società contemporanea o alle previsioni visionarie di Oriana Fallaci della "Forza della ragione".
convenzione nuova e vecchia
Non a tutti piace la distinzione tra vecchia e nuova emigrazione. Ed è in un certo senso giusto, come lo è non distinguere tra emigrazione e immigrazione. E parlare in tutti e due i casi di migrazioni. Ovviamente questo sul lato del sentimento, delle suggestioni, delle espressioni. Non certo sul lato dei problemi da risolvere che per ovvie ragioni epocali sono diversi. Questa può essere la sintesi pacificatrice del dialogo avvenuto tra il Presidente di Ital Gilberto De Santis e il sottosegretario agli Esteri Mario Giro.
digitale si nasce e si diventa
Proprio così, anche la digitalizzazione può essere acquisita in età matura!
Infatti, se fino a poco tempo fa l’uso di internet era considerato un privilegio riservato ai “più giovani”, dato che quasi sei utilizzatori su dieci aveva meno di 35 anni, oggi non possiamo non constatare che gran parte degli utenti appartiene alla fascia degli “anta”.
italia digitale
La "digitalizzazione" è un fenomeno che abbraccia ormai ogni momento della nostra vita, per questo parlarne e cercare di capirne gli sviluppi sta diventando un argomento di rilevante importanza per chi fa comunicazione. Non è difficile infatti imbattersi nelle tantissime rubriche, digitali e non, che affrontano l'argomento e che provano a prevederne l'evoluzione. Una tra queste è "Italia Digitale" del Corriere del Sera, dove sono svariati gli articoli che tentano di raccontarci il "digitale" ed i cambiamenti che questo sta apportando alla vita sociale e lavorativa di tutti noi.
orario finito
Alessandro Robecchi - robecchi.it e pubblicato su Il Fatto Quotidiano - 28 novembre 2015
“Insomma, basta con il Novecento, e “le otto ore vi sembran poche”, chi vi credete di essere, le mondine? Ora, guidata come una trebbiatrice dal ministro Poletti arriva l’idea moderna: pagare a risultato. Una cosa modernissima che si chiama “cottimo”. Nel caso, cottimo e abbondante. Una prassi che cambierà le nostre vite, il linguaggio, i rapporti interpersonali. “A che ora torni, caro?”. “Uh, come sei antica! Ancora legata alle ore! Arrivo quando ho raggiunto il risultato, come impone la nuova etica del lavoro”. “Quindi?”. “Boh, facciamo un giovedì di dicembre, ma non so quale”.
orario fragile
Stefano Feltri - ilfattoquotidiano.it - 29 novembre 2015
“La frase incriminata è questa: “Dovremmo immaginare contratti che non abbiano come unico riferimento l’ora-lavoro“. Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha questo talento, parlare di cose serie come se stesse sempre commentando l’ultima mungitura, il condimento di una tigella, lo spessore di una lasagna. Risulta perciò difficile prenderlo sul serio, discutere il merito di quello che dice invece che il modo, lo stile. Proviamoci.
L’orario di lavoro è ancora utile? La risposta è sì e no.
regole eccellenti
In una lettera del grande e famoso ricercatore immunologo Alberto Mantovani pubblicata sul Corriere della Sera del 29 novembre 2015 si dice "Preparatevi a lavorare tanto anche nel tempo libero. Abituatevi a scrivere e a confrontarvi in inglese, la lingua della scienza. Lo spirito di squadra è fondamentale per avere successo. E non dimenticate che il diritto alla salute è di tutti anche dei più poveri".
gli immigrati fanno bene alla demografia
I recenti fenomeni migratori sembrano portare a un preoccupante ritorno di atteggiamenti razzisti. Complici la cattiva informazione e la crisi, che viene spesso spiegata ricercando il “colpevole” al di fuori di quel sistema che la crisi l’ha generata.
gli appunti di ampelio
Può capitare che il mese di novembre ti stringa in una morsa di mestizia. Quello di quest'anno tra il pericolo dei tagli ai fondi dei patronati e il massacro di Parigi lo è stato ancora di più. Proprio quando il dolore è più vicino come l'atto terroristico che ha ucciso centinaia di persone cerchi le parole per sollevarti e reagire.
Tra le parole dei politici si stagliano quelle del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha detto a proposito della lotta al terrorismo: "Tra gli strumenti per combattere abbiamo la cultura che è farmaco certo tra oscurantismo e intolleranza".