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1° dicembre 2015 Numero 41 Anno II

 

terrorismo e democrazia

"Il terrorismo è l'estrema propaggine, la deriva inevitabile, della società dei consumi." È stato questo il refrain, nei giorni successivi alle stragi, di cui si discute in alcuni circoli intellettuali francesi, segnatamente, a Parigi, dove gli approfondimenti sulle società multirazziali affondano le radici nel tempo, dai dibattiti introdotti dai nouveaux philosophes, Bernard-Henry Levy, Andrē Glucksmann, fino ad arrivare a Michel Houellebecq di "Sottomissione", romanzo di potente suggestione sulle derive sociali e razziali della società contemporanea o alle previsioni visionarie di Oriana Fallaci della "Forza della ragione".

Dunque il fanatismo è diventato religione di massa, ricevendo l'investitura formale da quando l'Isis ha fondato lo stato del terrore, nel cuore del Medio Oriente, Siria centrale e settentrionale, con diramazioni nelle " province imperiali", cioè Iraq, Libia, Egitto, Nigeria e Afghanistan con insegne, simboli e miti di riferimento.
Ai più attenti osservatori non sfuggirà il ritorno alla storia passata dell'Islam, alla lotta secolare per la conquista dei territori in mano agli "infedeli." Questo è, piaccia o no, lo scenario con cui confrontarsi, il radicalismo islamico è, o appare, come un fenomeno di massa, sociale e in quanto tale ha bisogno, in occidente, di risposte di pari cifra.
La proposta lanciata dal segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, di andare a una manifestazione di massa, di marca europea, con l'adesione di tutti i sindacati, organizzata e diretta dalla Confederazione Europea dei Sindacati è, esattamente e simmetricamente, adeguata all'offensiva bellica e "imperiale" dell'Isis. Rispondere sul piano dell'affermazione dei diritti dell'uomo, primo tra tutti quello alla vita, unitamente alla difesa degli spazi collettivi di democrazia, richiama la missione, il ruolo e la vocazione dei sindacati confederali, non soltanto quelli italiani, bensì europei. Attenzione, però, è il messaggio delle segretario della Uil, a dare continuità all'azione di contrasto del terrorismo, sul doppio binario di offrire una cultura alternativa al consumismo di massa, unitamente alla prospettiva di mettere al centro della società l'uomo e i suoi bisogni per combattere il disprezzo della vita dei terroristi.
Insomma la Uil con tutti i sindacati europei lancia l'appello per interdire le culture dell'intolleranza, del terrore, come negli anni settanta del secolo scorso, quando la mobilitazione sociale e delle coscienze ha sconfitto il terrorismo in Italia. (Angelo Mattone)