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1° dicembre 2015 Numero 41 Anno II

 

una gara a tappe

"Il Tour della Stabilità". Questo è diventato la corsa contro il tempo e contro i tagli ai patronati a cui ogni anno siamo costretti a partecipare. Ogni anno tante tappe in cui però a differenza della "Grande Boucle" i tempi si sommano a quelli della corsa degli anni precedenti. Lo scorso anno 35 milioni di ritardo. Quest'anno speriamo niente ma sempre i 35 milioni del precedente restano.
Una lotta impari perchè ogni anno dobbiamo rincorrere un campione in fuga (dalla realtà) e cioè un plotone di ciclisti che agiscano sui manubri in maniera inconsapevole perchè responsabili di decisioni preconcette. E questo campione non si ricorda che l'anno precedente stava dando retta a informazioni preconcette che lo stavano mandando fuori strada.
Va bene una volta, si fa per dire. Ma "perseverare" è diabolico.
Partecipare ogni anno a questo stillicidio di incomprensioni non ha nulla a che vedere con la razionalità, la socialità, l'economicità, la modernità, l'efficacia, la democrazia.
Al momento di chiudere questo numero la legge di stabilità non è ancora stata approvata dalla Camera dei Deputati, presumibilmente prima di andare in seconda e definitiva lettura al Senato.
Dobbiamo ancora affrontare il Tourmalet. Se si vince c'è anche un bonus. Non di quelli che regala il governo. Ma il bonus della consapevolezza di combattere ogni giorno battaglie di civiltà per la tutela dei diritti.