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LAVORO ITALIANO NEL MONDO
PERIODICO TELEMATICO
Iscrizione Tribunale Civile di Roma n. 81/2014
Direttore Responsabile: Alberto Sera
Direzione e redazione: Via Po, 162 Roma
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Anno II Numero 24 1° aprile 2015 Archivio

 

SINERGIA, NON SOMMATORIA

Gilberto De Santis


La storia di una Organizzazione è caratterizzata dai suoi successi, dagli obiettivi, dai risultati frutto dell’impegno quotidiano e delle scelte fatte. La storia dell’Ital può essere rappresentata con una linea di crescita costante per tutti gli ultimi trent’anni della sua vita. Una crescita presente in tutti i settori di attività e in tutti i Paesi in cui opera, che ha visto impegnati per questo grande risultato donne e uomini che in Italia e all’estero hanno costantemente messo a disposizione dei cittadini il loro lavoro, la loro professionalità e il loro spirito di sacrificio. I gruppi dirigenti che si sono susseguiti all’Ital possono essere orgogliosi del lavoro e dei risultati che hanno consentito alla nostra Organizzazione di avere un ruolo sempre più forte e incisivo nel mondo del sociale e dell’assistenza e che soprattutto ha consentito di aiutare, tutelare e assistere sempre meglio milioni di cittadini in Italia e all’estero.

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un lavoro sottopagato


Il Segretario Generale della Uil, Carmelo Barbagallo, in un’intervista pubblicata il 19 marzo 2015 su Italian Network parla del prezioso lavoro svolto dai Patronati a tutela delle fasce deboli della società e, in merito al rapporto con la Pubblica Amministrazione ha dichiarato: “Noi facciamo un lavoro per lo Stato sottopagato” aggiungendo che “io ho sempre avuto la tentazione di fare una denuncia alla Corte europea per appalti illeciti che lo Stato fa nei confronti delle organizzazioni sindacali tutte, comprese quelle dei datori di lavoro, perchè il patronato – continua Barbagallo - non lo fa solo il sindacato, lo fanno tutte le associazioni anche imprenditoriali così come i CAAf, solo che noi siamo più efficenti ed efficaci, e più attrezzati, perchè abbiamo una organizzazione diffusa sul territorio”.

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i social network per trovare lavoro


Trovare lavoro, soprattutto in tempi di crisi, può essere considerato un lavoro vero e proprio, in quanto l’atto stesso richiede tempo, ma anche doti come costanza e pazienza.
Tra le strategie classiche utilizzate dalle persone per cercare lavoro c’è chi preferisce utilizzare canali formali, consultando ad esempio annunci o riviste specializzate, guide, inviando autocandidature direttamente alle aziende, inserendo inserzioni, rivolgendosi ai Centri per l’Impiego (gli ex uffici di collocamento) o ad agenzie per il lavoro; c’è chi utilizza invece anche canali informali, ovvero rivolgendosi alla propria rete di conoscenze (amici, parenti, ex colleghi di lavoro…).

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pronti per un lavoro felice


La rivista americana Forbes ha pubblicato la classifica dei dieci lavori più felici del mondo secondo CareerBliss, la community di lavoro virtuale che mette in rete più di tre milioni di offerte di lavoro. I parametri che hanno fatto guadagnare (o perdere) posizioni in classifica ai diversi profili professionali sono frutto di valutazioni personali riferite all’ambiente di lavoro.
È stato chiesto a più di 25mila iscritti di giudicare il proprio lavoro esprimendo un giudizio su colleghi e superiori, sulle gratificazioni e il supporto professionale, sulle opportunità di crescita, la cultura aziendale e la possibilità di gestire in piena autonomia le attività di lavoro quotidiane.

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il cambiamento del lavoro


Nulla è immutabile, tutte le cose si trasformano per adattarsi all’evolversi della società. E anche il lavoro sta cambiando assieme a molti degli aspetti che lo hanno caratterizzato nel XX secolo.
Alessandro Giberti in un articolo apparso su Il Foglio il 23 Marzo scorso analizza i mutamenti che stanno avvenendo nella struttura e nell’organizzazione del lavoro definendola una “rivoluzione silenziosa” che segue sostanzialmente due direttrici primarie: il tempo e lo spazio.

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la finanza sociale č per le persone


Per “finanza ad impatto sociale” si intende quel segmento della finanza che sostiene investimenti legati ad obiettivi sociali in grado di generare un ritorno economico per gli investitori.
Alla base di questa nuova forma di filantropia, c’è l’intenzione di collocare risorse finanziarie in progetti, imprese e fondi di investimento che generano benefici sociali, compatibili con il rendimento economico da assicurare all’investitore.

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integrazione part-time?


Era il 2009. Ricordate lo spot di quei giovani cuochi intenti a impastare, condire e farcire alcune pizze alla velocità della luce? Ventiquattro secondi che parlavano di lavoro, tre secondi per lanciare un importante messaggio: “Siete riusciti a riconoscere i lavoratori con la sindrome di down? Neanche noi. ASSUMIAMOLI!”.
Sono trascorsi sei anni e questo spot – oggi pluripremiato - è lo strumento più accattivante che l’Osservatorio AIPD utilizza nel contatto con le aziende e potenziali datori di lavoro per promuovere l’inserimento nel mondo del lavoro delle persone down.

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i nonni del welfare

Antonio Galdo - Il Messaggero - 23 marzo 2015


“Viva i nonni. Se non ci fossero, in Italia sarebbero guai seri per tante famiglie che reggono l’urto della Grande Crisi proprio grazie alla rete di protezione delle persone più anziane. I nonni in versione welfare parallelo svolgono diverse funzioni.

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Diritti civili. Quando?

Piero Ignazi - La Repubblica - 20 marzo 2015


“Il Parlamento francese ha appena adottato una legge sul fine vita attraverso una "sedazione profonda e continua" di malati in fase terminale che avevano lasciato precise indicazioni in merito. In Italia se ne parla da tempo ma nulla si muove. Il riformismo renziano sembra infatti procedere con due diverse velocità. Sul piano istituzionale e su alcuni aspetti socioeconomici esprime una forza propulsiva molto forte.

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senza faciloneria

Claudio Magris - Corriere della Sera - 22 marzo 2015


“Ma questo buon combattimento contro il male, che non teme di smascherare il fango talora intriso di sangue, è ben diverso da quel frivolo e compiaciuto ritornello autodenigratorio che è divenuto un vero vizio nazionale e che contrariamente alle vere denunce incrementa i mali d’Italia. Il melenso cocktail di falso moralismo e cinismo alimenta una rassegnazione travestita da nobiltà dello spirito.

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oriundo oriundo

Stafano Bartezzaghi - La Repubblica - 24 marzo 2015


“Per poter cogliere appieno la suggestione della parola "oriundo", e ricavarne il massimo dell'impatto sonoro e immaginativo, probabilmente è necessario avere incominciato a incollare figurine all'album all'epoca in cui andava fatto ancora con la coccoina, ovvero nella gloriosa fase di transizione della "cellina biadesiva": la fine degli anni Sessanta. Ma "oriundo" non era affatto un nonsense.

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welfare consortile

Gloria Riva - D Repubblica - 21 marzo 2015


“L’asilo aziendale, il telelavoro e l’orario flessibile, qualche giorno di congedo per il papà se il bimbo ha l’influenza e, perché no, l’assicurazione in caso di imprevisti. Fino a poco tempo fa erano i privilegi dei dipendenti di multinazionali o grandi aziende con spalle abbastanza larghe da garantire qualcosa in più di un normale stipendio. Servizi di welfare aggiuntivi in grado di cambiare la qualità di vita e di lavoro, ma che necessitano di budget non sempre disponibili nelle tasche degli imprenditori di piccole aziende.

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gli appunti di ampelio


“Il futuro è solo l’inizio” recitava lo slogan della kermesse renziana dell’ottobre scorso tutta incentrata sull’arroganza monopolistica del futuro. L’Ital ha risposto “Pronti per il futuro” proprio per dimostrare che le aspirazioni egemoniche non ci mettono paura. Poi un megacartellone su un palazzo di Piazza Venezia a Roma che pubblicizza una serie televisiva ci riporta con i piedi per terra “Il futuro non è ancora stato scritto”.

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valorizzare le sinergie


L’ultimo tassello mancante del Jobs Act è il decreto attuativo in materia di politica attiva del lavoro, che come riportato dall’articolo del Corriere della Sera del 23 marzo 2015 a firma di Filippo Santelli, <<dovrebbe essere trasmesso, insieme al riordino della cassa integrazione, a ridosso della scadenza, intorno al 10 giungo. Poi il governo avrà atri due mesi per limarlo, così da rendere operativo il sistema a inizio 2016>>.

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cittā precarie

Goffredo Buccini - Corriere della Sera - 30 marzo 2015


“Città di mare a misura d’uomo, difficile immaginare nelle sue strade cappucci del KKK. Ma su 116 capoluoghi di provincia, Livorno è anche in testa alla classifica della «precarietà sociale», quella dei comuni italiani dove l’integrazione è più in pericolo. Seguita da Cremona e da La Spezia. Ecco dunque l’ultima graduatoria elaborata dalla Fondazione Leone Moressa, che già nel 2014 aveva preso in considerazione i capoluoghi di regione, rivelando il paradosso secondo cui il «rischio banlieue» è più elevato nella ricca Bologna che nella povera Reggio Calabria (in realtà il capoluogo calabrese sarebbe Catanzaro), a testimoniare un modello di sviluppo metropolitano miope ed egoista. […]

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