Logo
1° aprile 2015 Numero 24 Anno II

 

pronti per un lavoro felice

La rivista americana Forbes ha pubblicato la classifica dei dieci lavori più felici del mondo secondo CareerBliss, la community di lavoro virtuale che mette in rete più di tre milioni di offerte di lavoro. I parametri che hanno fatto guadagnare (o perdere) posizioni in classifica ai diversi profili professionali sono frutto di valutazioni personali riferite all’ambiente di lavoro.
È stato chiesto a più di 25mila iscritti di giudicare il proprio lavoro esprimendo un giudizio su colleghi e superiori, sulle gratificazioni e il supporto professionale, sulle opportunità di crescita, la cultura aziendale e la possibilità di gestire in piena autonomia le attività di lavoro quotidiane.

E a sorpresa, come una sorta di ‘Mayday’ lanciato in un mare di professioni altamente tecnologiche e automatizzate, ecco arrivare al primo posto il mestiere più antico (e sicuramente il più tradizionale) dei classificati: il Preside. Ad avere la meglio, tra i più felici del 2015, non è lo Sviluppatore di sistemi (10° classificato) o di siti internet (7° classificato) e nemmeno l’ingegnere per l’automazione (4° posto) bensì il tanto temuto Preside che dell’amore per l’istruzione e gli studenti ne fa una professione invidiata.
In tempi in cui in Italia si discute proprio di “Buona scuola” e di valorizzazione di competenze, dove i docenti sono stretti in una morsa, fermi tra graduatorie da scalare, mancanza di risorse e precariato, si fatica a pensare come la direzione di un istituto scolastico sia la chiave per la felicità lavorativa.
Eppure è così. E, al di là di ogni classifica o sondaggio, c’è anche chi della felicità ne ha fatto un mestiere. È il caso degli Strartisti, gli artisti di strada intervistati da Arianna Di Cori su RepTv. Inseriti nella categoria dei lavori “non convenzionali”, i writers, clown o giocolieri riempiono le strade delle nostre città intrattenendo i passanti con la propria arte. Sostenuti in molti casi dal crowdfonding in giro per l’Europa questi artisti-lavoratori non rinuncerebbero mai al colore e alla creatività dell’arte per la penna o il registro del Preside.
Una scelta stravagante che fa riflettere sulla serenità di un “posto fisso” alla stregua di uno “itinerante”. (Silvia La Ragione)