
LAVORO ITALIANO NEL MONDO
PERIODICO TELEMATICO
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Anno I Numero 5 16 luglio 2014 Archivio
Lavorare di più e meglio
Gilberto De Santis
“La vita è infinitamente migliore da noi che da loro. I brasiliani però, dai ristoranti ai taxi, hanno capito meglio e prima come si sta nel mondo globale. […] E hanno analizzato che l’unico modo per mantenere il livello dei consumi e i servizi sociali cui in Occidente siamo abituati, e a cui nei Paesi in via di sviluppo aspirano, è lavorare di più e meglio”. (Aldo Cazzullo – Sette – 11 luglio 2014)
Ma non basta lavorare di più e meglio. Gli illustri cronisti che ci hanno rappresentato quel Paese non hanno debitamente sottolineato le differenze che ancora esistono tra chi va al ristorante, in taxi, in albergo in viaggio e la maggioranza della popolazione che è ancora in grande povertà, che abita nelle favelas e ancora, il restante della popolazione che ha come ricchezza solo il lavoro, malpagato, senza diritti, specialmente per la sicurezza sul lavoro. Basta pensare che ancora non è stato vietato l’uso del “killer” amianto.
Per cui, finiti i Mondiali, finita la festa, noi dell’Ital ritorniamo al nostro impegno che ci ha visti nei mesi scorsi, insieme alla Uil, mettere in atto con il Sindacato carioca un percorso formativo che faccia toccare con mano ai lavoratori i diritti sociali, i diritti della salute, i diritti dell’ambiente di lavoro. Anche questo aiuta a lavorare di più e a lavorare meglio.
Agganciare l'emigrazione agli eventi
Alberto Sera
Certo, se la nostra nazionale di calcio fosse andata più avanti nel torneo mondiale brasiliano ci sarebbero state più occasioni per poter trovare articoli di giornale che raccontassero la presenza italiana in Brasile. In questo numero raccogliamo ciò che abbiamo trovato finché l’Italia è stata in partita. Quindi la sconfitta e l’eliminazione dell’Italia ha causato anche il danno di non far parlare dei nostri connazionali emigrati nella nazione carioca.
I brani che seguono sono anche frutto di un metodo che vogliamo rinverdire: agganciare ad eventi internazionali la storia dell’emigrazione italiana per rendere sempre più attuale la presenza del Patronato all’estero.
Gli italiani in Brasile
L’eliminazione precoce della Nazionale Italiana dai Mondiali ha stroncato sul nascere le originali e simpatiche manifestazioni di italianità tipiche dei nostri connazionali all’estero e che contraddistinguono la nostra comunità in tutto il mondo.
Approfittare dei Mondiali
Ai microfoni di Vivo Azzurro Channel, il canale tv (FIGC) dedicato alla community ufficiale delle nazionali e del calcio italiano, Raffaele Trombetta, ambasciatore d’Italia in Brasile, spiega il progetto “Itália na Copa”, una rassegna di eventi culturali e cinematografici promossi nel Brasile del pre-mondiale.
Tanta grazia di Dio
Antonio D'Orrico - Corriere della Sera - 22 giugno 2014
Dio ha dato moltissimo al Brasile. Gli ha dato la bellissima spiaggia di Ipanema e bellissime ragazze perché ci passeggiassero sopra. E poi, siccome pensa proprio a tutto, Dio ha dato, a quelle bellissime ragazze, le havaianas, perché passeggiassero più comodamente, e una leggendaria ceretta depilatoria nell’eventualità che ce ne fosse bisogno.
Consoliamoci
Beppe Severgnini - corriere.it - 25 giugno 2014
È fallita una Nazionale, non una nazione. L’hanno capito inglesi e spagnoli. Passato il fastidio, lo capiremo anche noi. Consoliamoci: i Mondiali sono comunque memorabili. Tutti ricordiamo dov’eravamo quando gli azzurri hanno vinto molto bene o perso molto male.
Simpatie italiane
Rocco Cotroneo - Corriere della Sera - 6 giugno 2014
Gli azzurri non potranno godere di una grande tifoseria al seguito. Gli ultimi dati della Fifa sui biglietti venduti all’estero collocano gli italiani appena al 16° posto. Complici i prezzi elevati di voli e alberghi, e la crisi, in Brasile ci saranno meno connazionali non solo inglesi o tedeschi ma persino degli svizzeri, che hanno acquistato più biglietti di noi per seguire la squadra.
Nazionalità italiana diffusa
Antonio Carioti - Corriere della Sera - 8 giugno 2014
Nell’imminente mondiale brasiliano però il legame tra Italia e America Latina si manifesta in modo diverso, nel senso che assai numerosi sono i giocatori delle nazionali di quel continente che possiedono un passaporto italiano per la provenienza delle rispettive famiglie. Ben 15 giocano nell’Argentina, 9 nell’Uruguay e 2 nel Cile.
Tifoso italiano
Elisabetta Rosaspina - Corriere della Sera - 15 giugno 2014
Ultimi colpi di martello a «Villaggio Italia», la base del contingente nazionale a Peja (Pec per i serbi), e la sede del comando […] della Multinational Battle Group West in Kosovo: il gazebo in legno con il maxischermo che permette ai militari italiani, sloveni, austriaci e moldavi di assistere in diretta ai Mondiali di calcio è stato montato in quattro e quattr’otto, a pochi passi dalla chiesetta di mattoni.
Sangue italiano
Roberto Perrone - Corriere della Sera - 21 giugno 2014
Qui sono cittadini brasiliani, ma il sangue è italiano. Caxias, 120 chilometri di saliscendi da Porto Alegre, all’interno del Rio Grande do Sul: giovedì c’erano zero gradi. Praça Dante Alighieri, Avenida Italia, il caffè Pasinato, la chiesa di San Pelegrino con quadri e affreschi del pittore bergamasco Aldo Locatelli. Qui c’è chi per passione produce il parmigiano.
Storie italiane in Brasile
Paolo Manzo - Famiglia Cristiana - 14 giugno 2014
Se Hollywood volesse fare un film sui misteri dell'Amazzonia, le rovine di Paricatuba sarebbero il luogo ideale. Radici enormi fanno capolino tra le fondamenta di un edificio neoclassico signorile nei pressi di Manaus, dove sabato 14 giugno si gioca Italia - Inghilterra. L'edificio venne inaugurato nel 1898 nel momento di massimo splendore dell'industria della gomma che fece della capitale dell’Amazzonia una delle città più ricche al mondo.
Coppa italiana in Brasile
Michele Falcone - Il Fatto Quotidiano - 11 giugno 2014
Oro massiccio 18 carati, 36,8 centimetri di altezza, 6 chili e 175 grammi. La Coppa del Mondo nasce a Paderno Dugnano nella storica azienda GDE Bertoni. È in questa fabbrica in provincia di Milano che viene realizzata artigianalmente per essere alzata al cielo ogni quattro anni.
L'officina dei Mondiali
Marcella Maresca - il venerdì - 13 giugno 2014
Napoli. Che vadano a tifare per l’Argentina o per l’Olanda, i quattro milioni di spettatori pronti a sedersi negli stadi brasiliani per i Mondiali avranno in tasca un trofeo andato all’Italia. Un’azienda del Mezzogiorno, infatti, la sua partita più importante l’ha già vinta. Si tratta della Gep, acronimo di Global Electronic Passports, leader mondiale della sicurezza hi-tech che ha sede ad Arzano, vicino Napoli: è qui che sono stati progettati i biglietti per le 64 partite della Coppa del Mondo.
San Paolo italiana
Limes - l'Espresso
Che cos’è l’Italia per il Brasile? “È sicuramente un grande partner commerciale: l’interscambio tra i due paesi è aumentato di oltre il 200% dal 2003 all’anno scorso, passando da 3,5 a 11 miliardi di euro circa, con un saldo a nostro favore anch’esso in costante aumento”.
Brindisi amari
Un noto marchio di birra brasiliano, scimmiottando le abitudini degli italiani (tradotte con il trinomio “maccheroni – cannelloni - panettone”), rivisita in chiave ironica il nostro “Inno di Mameli” per lanciare il suo spot pubblicitario. Un atteggiamento poco sportivo verso l’Italia e gli italiani in questa competizione mondiale.
Il giorno dopo la sconfitta
Il 25 giugno, il giorno dopo la sconfitta dell’Italia con l’Uruguay, che definisce l’uscita dell’Italia dai Mondiali, i commenti si sprecano.
Partiamo da Gianni Mura su La Repubblica che dà questa spiegazione: “Quando una squadra non sa creare un’occasione da rete in due partite, merita di uscire”.
Ultimissime da Berlino
Ital
Casualmente, senza nessuna previsione, la notte in cui la Germania è diventata Campione del Mondo erano presenti a Berlino tutti i Responsabili Ital della Germania e il Gruppo Dirigente dell’Ital e della Uim nazionali.