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LAVORO ITALIANO NEL MONDO
PERIODICO TELEMATICO
Iscrizione Tribunale Civile di Roma n. 81/2014
Direttore Responsabile: Alberto Sera
Direzione e redazione: Via Po, 162 Roma
stampa@pec.italuil.it

Anno II Numero 37 7 Ottobre 2015 Archivio

 

il bene comune


Quando la misura è colma bisogna cominciare a rispondere. Con garbo senza il disprezzo ostentato di chi attacca. Con stile, senza le battutine, presunte spiritose, sul nostro lavoro. Con spessore logico, molto lontano dall’ansia di prestazione comunicativa che attanaglia spesso i detrattori del sindacato.
E comunque la misura è colma. Ed allora con questo numero speciale della nostra rivista on-line vogliamo dare un contributo alla riflessione perché essere riformisti significa rifuggire dalla rissa.
Sono riflessioni che vengono dal nostro interno ma anche dal mondo della comunicazione in tutte le sue latitudini.
Sono riflessioni in positivo perché ci interessa che le polemiche create da chi ci giudica portino poi al miglioramento delle condizioni dei lavoratori.
Senza comunque dimenticarci delle offese che rimangono a futura memoria di come non bisogna comportarsi in un rapporto dignitoso tra chi punta allo stesso risultato: il bene comune. Cercheremo d’ora in poi di fare l’elenco delle proposte che la nostra Organizzazione fa per dare sviluppo alla nazione, all’occupazione, alla rappresentanza, per ridare orgoglio ai nostri dirigenti, ai nostri iscritti di essere parte di una Organizzazione sana e che mira agli interessi delle persone.

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preferiamo la contrattazione

Carmelo Barbagallo - Estratto da Interventi e Repliche del Corriere della Sera - 30 settembre 2015


“Gli imprenditori vogliono il welfare aziendale? Magari: di illuminati ce ne sono tanti. Purtroppo, però, scientificamente o per pregiudizio. Da oltre tre anni, inoltre abbiamo avviato una radicale trasformazione organizzativa: nessuno se ne è interessato. Salvo, però, «darci addosso» ormai sistematicamente, con un solo obiettivo: tentare di cancellarci. Perché in una società liquida, il sindacato nel suo insieme è l’unica struttura organizzata che ancora può provare a opporsi a progetti neoliberisti. Questa è la verità, anche se nessuno lo ammetterà mai. E allora si punta sull’accusa del sindacato ormai residuale. Un’ultima replica. La concertazione non c’è più da una vita: meglio così, noi preferiamo la contrattazione. E infine, se sopravviveremo o meno ce lo diranno i nostri iscritti che, fortunatamente, continuano ad aumentare.”

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sindacato sotto tiro

Lettera aperta di Romano Bellissima - 21 settembre 2015


Gli attacchi contro il sindacato portati avanti dal Governo e dai suoi attivisti, ministri, boiardi di Stato, economisti di parte, ecc. e sostenuti da alcuni giornalisti compiacenti non si contano più e hanno raggiunto ormai un ritmo quasi quotidiano.
L’origine, la natura di questi attacchi è politica e risponde a una strategia ben precisa: togliere di mezzo o quanto meno ridimensionare il sindacalismo confederale, unico vero ostacolo allo smantellamento del welfare, dei diritti dei pensionati e dei lavoratori.
La cosa che dovrebbe far riflettere gli italiani è questa: come mai un sistema politico caratterizzato da liti continue, anche all’interno dei singoli partiti, si trova poi d’accordo e si ricompatta – destra, sinistra e centro – nell’attacco al sindacato?

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il rispetto per noi stessi

Alberto Burgio - IlManifesto.info - 27 settembre 2015


“Ne ha dette, ne dice giornalmente tante e tali che non ci si dovrebbe più far caso. Ma una delle ultime esternazioni del presidente del Consiglio urta i
nervi in modo particolare, sì che si stenta a dimenticarsene.
«I sindacati debbono capire che la musica è cambiata», ha sentenziato con rara eleganza a margine dello «scandalo» dell’assemblea dei custodi del Colosseo. Non sembra che la dichiarazione abbia suscitato reazioni, e questo è di per sé molto significativo. Eppure essa appare per diverse ragioni sintomatica, oltre che irricevibile.

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nuove responsabilità

Giuseppe De Rita - Corriere della Sera - 28 settembre 2015


"[...] Tempi duri per la rappresentanza. Passò quel tempo, umile ed ordinario, in cui tutti pensavamo che in una società complessa fossero necessarie strutture collettive (sindacati, associazioni datoriali, consigli professionali, comunità di volontariato) capaci di portare nei circuiti del potere le istanze e le attese dei vari segmenti sociali. Oggi invece se c’è un argomento di cattiva stampa, anzi di pessima stampa, è proprio quello della «delenda rappresentanza».

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disintermediazione famigerata

Federico Gnech - glistatigenerali.com - 19 settembre 2015


“Sappiamo tutte queste cose, ma crediamo che sia davvero sciocco farne un bel frullato e concludere, secondo la vulgata renziana, che tutti i nostri problemi siano causati dal sindacato. Per quanto frequenti siano, non riesco ad abituarmi alle sparate del leader di un grande partito di sinistra che se la prenda non solo contro sindacati criticabilissimi da ogni punto di vista, ma contro l’idea stessa di rappresentanza dei lavoratori, in nome della famigerata disintermediazione.

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la democrazia del mai più


“Fare prevalere una mentalità aridamente ragionieristica che elimina il sogno della politica è solo il rovescio della ingiuria che prepara, in realtà, il terreno per il suo successo. Per questa ragione, l’insulto e la burocrazia algida della politica ridotta ad amministrazione sono due facce della stessa medaglia”. Anche gli intellettuali, come Massimo Recalcati su La Repubblica, scendono in campo contro il modo sprezzante con cui in politica si trattano gli avversari e il sindacato.

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le proposte della uil

a cura di Viviana Toia


Riportiamo alcune proposte della Uil tratte dalle dichiarazioni di Carmelo Barbagallo:

“Ci sono le condizioni e le risorse per gli esodati, per l’opzione donna e per la flessibilità in uscita”.
Roma, 24 sett. 2015 (AdnKronos)

“Se l’opzione decontribuzione venisse meno, andrebbe inserita nella prossima legge di stabilità «la detassazione strutturale del salario di produttività», cosa che, peraltro, renderebbe più facile il cammino verso la riforma del sistema contrattuale”.
Roma, 26 sett. 2015 (Ansa)

“[…] noi la pensiamo diversamente da Padoan e, dovendo scegliere, preferiamo che siano ridotte le tasse ai lavoratori dipendenti e ai pensionati”.
Roma, 26 sett. 2015 (Ansa)

“Fino ad oggi abbiamo avuto un’Europa economica e monetaria, ora serve un’Europa politica, sociale e solidale: un’Europa dei popoli”. […] In questi anni, peraltro, la politica dell'austerità ha generato una riduzione delle tutele dei lavoratori ed è cresciuto il numero dei disoccupati. Ecco perché - ha concluso Barbagallo - serve puntare allo sviluppo
con investimenti pubblici e privati”.
Roma, 29 sett. 2015 (Agi)

“La Uil auspica «un approccio equilibrato e differenziato al tema dal salario minimo» in Europa, che preservi in particolare il sistema italiano in cui «i minimi salariali vengono fissati dai contratti nazionali di lavoro», e non da una soglia unica stabilita per legge”.
Parigi, 1 ott. 2015 (Ansa)

“Visto che c’è la ripresa, il 2015 sia l’anno dei contratti: si diano le risorse ai lavoratori e ai pensionati”.
Roma, 5 ott. 2015 (AdnKronos)

“Utilizzare le caserme dismesse dallo Stato per la detenzione per reati leggeri. Si azzererebbero cosi tutti i tentativi di possibile speculazione e si alleggerirebbe la situazione nella case circondariali”.
Roma, 5 ott. 2015 (AdnKronos)

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appunti di ampelio


Risalgono al 2011 le prime frecciate di Renzi ai Sindacati. “Fatturano centinaia di milioni di euro e rappresentano per il 54% i pensionati che hanno uno spazio, ma chi ha 30 anni non lo ha”. Un po’ astiosa e un po’ semplicistica come dichiarazione. “I sindacati sono la copertina di Linus della sinistra” è il tentativo di essere sarcastico. Poi quando si erge a leader nazionale scattano le sue massime di moralismo strafottente “Anziché passare il tempo ad inventarsi ragioni per fare scioperi mi preoccupo di creare posti di lavoro”.

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