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7 Ottobre 2015 Numero 37 Anno II

 

appunti di ampelio

Risalgono al 2011 le prime frecciate di Renzi ai Sindacati. “Fatturano centinaia di milioni di euro e rappresentano per il 54% i pensionati che hanno uno spazio, ma chi ha 30 anni non lo ha”. Un po’ astiosa e un po’ semplicistica come dichiarazione. “I sindacati sono la copertina di Linus della sinistra” è il tentativo di essere sarcastico. Poi quando si erge a leader nazionale scattano le sue massime di moralismo strafottente “Anziché passare il tempo ad inventarsi ragioni per fare scioperi mi preoccupo di creare posti di lavoro”.

Oppure c’è un campionario di alzatine di spalle “Ascoltiamo Confindustria e Cgil Cisl Uil ma decidiamo noi. Avremo i Sindacati contro? Ce ne faremo una ragione”.
Per arrivare a delle vere e proprie intrusioni interne con delle istruzioni per l’uso “Si è pensato a difendere solo le battaglie ideologiche e non i problemi concreti della gente” oppure “Oggi nel Sindacato c’è troppa burocrazia. E girano più tessere che idee”.
Ed a coronamento di questo excursus arriviamo a delle vere e proprie offese “Quando pensiamo al mercato del lavoro pensiamo al precariato a cui il Sindacato ha contribuito preoccupandosi soltanto dei diritti di qualcuno e non del diritto di tutti”.
Ed infine “Ai Sindacati chiedo dove eravate quando si è prodotta la più grande ingiustizia sociale tra chi il lavoro ce l’ha e chi il lavoro non ce l’ha”.
Speriamo che non ci sia un seguito. Se no può diventare una brutta Renziade.