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Un anno - il 2007 - sintetizzabile per usare un luogo comune “ancora in mezzo al guado”, con alcune novità proiettate verso il futuro di cui però è difficile calcolare o prevedere gli effetti concreti per il miglioramento delle condizioni dei lavoratori e dei cittadini e come queste si rifletteranno sulla vita del Patronato.
L’aver svolto i compiti di Presidenza di turno del Ce.Pa. ci ha permesso di monitorare meglio e di svolgere una funzione attiva nella transizione e nella fase propedeutica alla applicazione della legge 152/2001 che, a sei anni dal varo della riforma dei Patronati, ha visto un impegno sulla regolamentazione degli art.10 e 13 pervenendo alla elaborazione e stesura di testi dei decreti ministeriali che però non sono stati emanati. Stessa sorte per l’art.11 per il quale si è lavorato intensamente con il Ministero degli Esteri al fine di pervenire ad un testo di accordo quadro sulle attività svolte dalle nostre strutture all’estero a supporto delle rappresentanze diplomatiche. L’attività per l’immigrazione che ha visto la sottoscrizione di protocolli con il Ministero degli Interni e quello della Solidarietà Sociale ha invece rappresentato un terreno concreto di lavoro e di crescita nella inclusione di migliaia di persone nella nostra società e nel mercato del lavoro ed ha rappresentato per noi un ulteriore impegno a cui ha, ancora una volta, corrisposto una risposta dei nostri operatori di grande sensibilità e professionalità. L’attività in materia di sicurezza sociale, previdenza, lavoro, mercato del lavoro, risparmio previdenziale, diritto di famiglia e delle successioni è stata svolta prestando la tradizionale consulenza qualificata ai cittadini e lavoratori ed ha trovato poco spazio innovativo in convenzioni organiche con le pubbliche amministrazioni ed enti previdenziali, per l’assenza, come già detto, del regolamento previsto dall’art.10. Ecco quindi il sentirsi “in mezzo al guado”, l’assenza di regolamentazioni ha indubbiamente frenato il lavoro del Patronato ed ha creato ancora difficoltà e ritardi per le opportune sperimentazioni sul nuovo ruolo e per valutare l’efficacia di alcune azioni. Il 2007 è stato un anno in cui la salute nei luoghi di lavoro ha catalizzato l’attenzione dell’opinione pubblica e riempito i mezzi di comunicazione facendo sì che essi stessi fossero portatori di responsabilità sociale.
Questo quadro è stato affrontato con la tradizionale competenza e passione da parte dei nostri operatori ed operatrici e ciò ha determinato la presenza massiccia nelle nostre sedi di numerosissimi cittadini, lavoratori e iscritti alla Uil. Un lavoro costante di elaborazione delle nuove tabelle delle malattie professionali, sottolineando il valore delle malattie muscolo scheletriche, una attenzione costate sui temi della sicurezza, un’informazione sistematica sulla previdenza complementare, come sui diritti per gli immigrati hanno aperto prospettive concrete sulle quali lavorare in futuro per raggiungere una sponda riformatrice del Patronato uscendo dal guado. Abbiamo inoltre predisposto una collaborazione con una società esterna all’Ital, che sarà operativa dal prossimo 2008, per monitorare l’adeguato esercizio in ambito territoriale dell’attività di Patronato. Il Bilancio Sociale 2007 risente di questa complessità e di come ci si adoperaconcretamente per sviluppare nuovi assetti, nuove prospettive, nuovi campi diinterventi. L’impostazione di questo bilancio rispetta quelle precedenti poiché riteniamo importante ribadire la sostanza del nostro essere che non può e non deve cambiare solo all’insegna della creatività. Ecco perché consideriamo il bilancio sociale non solo un dovere nei confronti dei nostri interlocutori istituzionali ma un diritto da parte dei cittadini di conoscere la nostra azione e la sua ricaduta nella società. Un Bilancio sociale quindi coerente, solido, con una proiezione verso il futuro come è la nostra responsabilità sociale.


Giampiero Bonifazi