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Uil e Ital: da Verona una giornata di valori sociali

27/06/2011


COMUNICATO STAMPA

Alcune iniziative riescono così bene che farne un resoconto sul “chi ha detto cosa” è un po’ sminuirle.
È quello che è successo nella giornata sociale organizzata da Uil e Ital di Verona. Tutto in Gran Guardia, palazzo monumentale e storico di Verona. Ormai sono diffusi in tutta la penisola i festival, gli incontri aventi per oggetto le materie dello spirito. Il festival della letteratura, della filosofia, della psicologia, della spiritualità e tanti altri. A Verona, senza darne il titolo, è stato organizzato un festival dei valori sociali. Molto sintetico, molto breve ma non per questo meno significativo di quelli che si protraggono per giorni e giorni.
Un festival dei valori sociali e sindacali che non possono che far bene ai lavoratori che rappresentiamo, che tuteliamo e che assistiamo. La mattina si è svolto un Convegno sull’immigrazione e la sera un concerto di musica Gospel intervallato da esibizioni artistiche dell’Accademia Circense di Verona. Il concerto è stato organizzato dall’Associazione “Il sorriso di Beatrice onlus” molto legata alla storia personale dell’Ital e della Uil di Verona. Lo spettacolo è stato di alto livello.
“Mica erano state ingaggiate le oche del Campidoglio” per dirla con una metafora bersaniana.
Per rendere più fruibile e fare una scelta in un’affollatissima scena di pensieri, proposte, racconti abbiamo pensato di raccogliere in un decalogo le cose più importanti vissute il 25 giugno a Verona.

1. L’unica cosa che rende uguale un uomo ed un altro è l’identità reciproca. Da essa solo siamo accumunati ed è questo che ci rende tutti uguali: l’essere diversi l’uno all’altro.
2. Siamo soliti, quando ci sono molti tipi di persone, dire “c’era tanta gente di tutte le razze”. Quanto sarebbe importante cambiare mentalità anche con l’uso delle parole e dire “c’erano tante persone di tutte le qualità”!
3. C’è tanto da fare per gli immigrati “Lo straniero, abbastanza accettato ormai sul lavoro, soprattutto quando si tratta di svolgere i compiti più umili e faticosi, ridiventa un problema quando esce, vorrebbe insediarsi sul territorio, anche cercando spazi di socializzazione e di incontro, in condizioni precarie, lontano dalla sua famiglia e dal suo mondo di relazioni e di riferimenti”.
4. Finchè diciamo noi che alcuni italiani sono razzisti e che la burocrazia non funziona sembrano ritornelli senza futuro. È quando lo senti dire dagli immigrati africani intervenuti al convegno della Uil di Verona che ti accorgi dell’urgenza di lavorare sulla solidarietà e sulla tempestività dei servizi amministrativi. Non solo per gli stranieri.
5. In occasione del Gospel Concert for life 2011 l’Associazione “Il Sorriso di Beatrice Onlus” ha consegnato alcune targhe con su scritta una frase di Paulo Coelho: “Mai nessuna notte è tanto lunga da non permettere al sole di sorgere”. Una considerazione questa che deve guidare la speranza del sindacalista.
6. La musica Gospel di origine afro-americana coinvolge emotivamente sia chi la canta che chi la ascolta e spesso viene scelta per i ritornelli dei movimenti dei diritti civili. Uno strumento di coinvolgimento e di impegno che può fare anche da colonna sonora all’attività sindacale.
7. Gli acrobati dell’Accademia Circense di Verona hanno regalato ai sindacalisti, iscritti e simpatizzanti Uil momenti di intensa suspense, di arte sopraffina e di estetica del corpo decisamente indimenticabili. Gli acrobati compiono esercizi di abilità molto difficile e rischiosa sfruttando il loro equilibrio psicofisico. Sono un insegnamento di vita anche per affrontare le impervie strade dei diritti negati.
8. “L’ALTRA FACCIA DELLA MEDAGLIA” è il titolo del libro presentato nel corso del Convegno sull’immigrazione che titola così un capitolo “El pan del peron el ga sète groste e un groston… sentenzia un proverbio dei nostri vecchi e certamente il pane di chi aveva lasciato affetti, casa e modi di vita consolidati per affrontare l’ignoto nella speranza di un mondo migliore per sé e per i propri figli, aveva una crosta molto, molto dura”. Vale per i veneti emigrati in Argentina e Brasile 130 anni fa e vale per gli immigrati, nuovi veronesi.
9. “Non ci pensiamo mai, ma la vita può deragliare improvvisamente. Bastano due parole”. È successo a Pietro Calabrese, una carriera luminosa nel giornalismo e un’esistenza piena. Nel suo caso le parole sono state addensamento polmonare, pietoso eufemismo per significare che è entrato di diritto nella costellazione del cancro (quale acutezza nella battuta di Woody Allen “Oggi le due parole che è più bello sentirsi dire non sono “ti amo” ma “è benigno”). È la presentazione del libro con la cui lettura delle prime righe è iniziato il concerto organizzato dall’Associazione “Il Sorriso di Beatrice Onlus”. I malati di cancro, i loro familiari hanno diritto alla nostra vicinanza, dell’Ital e della Uil.
10. Il centro della città di Verona è sicuro perché ben delimitato dall’ansa dell’Adige e quindi ben sorvegliato, ma la periferia di Verona è come ogni altra città con storie di insicurezza ed emarginazione.
È la periferia che ha bisogno del lavoro dell’Ital e della Uil.


Roma, 27 giugno 2011

UFFICIO STAMPA ITAL-UIL