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Intervista a M.C.Imburgia | "Senza formazione non si cresce. Impegnati anche per onorare la nostra Storia"

Luglio 2023

 

 

 

 

 

 

 

 

 

"SENZA FORMAZIONE NON SI CRESCE. IMPEGNATI ANCHE PER ONORARE LA NOSTRA STORIA"

 

Intervista al Direttore generale Ital Maria Candida Imburgia

 

 

 

 

Giugno è il mese dell’anniversario dell’Ital e l’attività formativa scandisce il tempo che scorre, come un metronomo. D’altronde, senza formazione non si cresce, si invecchia solo. E l’Ital, con la sua qualificata attività, è sempre al passo con le trasformazioni, per offrire un servizio il più efficace possibile ai suoi assistiti. Ne parliamo come di consueto con il Direttore generale, Maria Candida Imburgia.


Direttore, passano gli anni, e siamo a 71, ma l’Ital è sempre “sul pezzo”. Quali sono le strategie per rispondere ai cambiamenti?


L’Ital ha messo in campo processi di innovazione e modernizzazione, spesso anticipando le trasformazioni sociali ed economiche, perché chi chiede la nostra assistenza ha diritto a risposte rapide ed efficaci. La burocrazia, purtroppo, ha i suoi tempi, spesso lunghi, con procedure che devono essere rispettate. A noi spetta il compito di facilitare questi percorsi. Ecco perché non abbiamo mai smesso di crescere: non siamo in gara con nessuno, ma siamo al servizio di tutti coloro che in noi ripongono la loro fiducia.


Che ruolo hanno avuto le operatrici e gli operatori in tutti questi anni?


Hanno avuto un ruolo fondamentale. Se siamo cresciuti è anche perché le nostre operatrici e i nostri operatori sono animati da una volontà di solidarietà e di servizio e, inoltre, perché sono mossi dalla consapevolezza di avere preparazione e strumenti adeguati a compiere nel modo più efficace possibile tale compito.


Ti riferisci, in particolare, allo “strumento” della formazione?


Esatto. La formazione è la leva su cui abbiamo agito per tenere alto il nome dell’Ital e per consolidare quella reputazione e quel consenso che si sono ampiamente manifestati in tutti questi anni. Se oggi siamo in grado di gestire tante pratiche, offrendo tutela e assistenza su questioni e problematiche che vanno dal lavoro alla previdenza, dalla salute alla sicurezza, dall’emigrazione all’immigrazione, lo dobbiamo anche alla professionalità e alla competenza acquisite sul campo e nelle aule formative, allestite con sistematica cadenza dalla struttura nazionale a beneficio dei coordinatori e degli operatori del nostro Patronato.


E a testimonianza di questa tua ultima affermazione, ecco che proprio nel mese di giugno è ripreso il progetto “Operatori al centro”. Lo avevamo preannunciato nel numero precedente: come è andata?


Sì, il 20 e il 21 giugno si è tenuto il primo incontro del progetto formativo “Operatori al centro”, ripreso dopo la pausa forzata imposta dalla pandemia. Hanno partecipato 20 operatori delle strutture territoriali. Nella prima giornata si è svolta una riunione in plenaria, mentre nel corso della seconda è stato organizzato un confronto tecnico-operativo con le varie aree della sede centrale e i partecipanti sono stati suddivisi in gruppi. Si tratta di un’esperienza alla quale attribuiamo un grande valore, perché oltre ad accrescere il livello di conoscenza di tutti i partecipanti, rafforza il senso di appartenenza. Il percorso prosegue: altri quattro incontri si svolgeranno nei prossimi mesi autunnali. È anche grazie alla formazione che possiamo rinnovare il nostro impegno tutti i giorni: così possiamo onorare la nostra storia, proiettandola nel futuro che vogliamo contribuire a costruire con umiltà, determinazione, umanità e competenza.