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Intervista | Formazione: un progetto strategico per l'ITAL. Intervista a Maria Candida Imburgia

25/05/2017



Intervista |
da Italinforma 3|4 marzo aprile 2017

 

 

 
FORMAZIONE: UN PROGETTO STRATEGICO PER L’ITAL
Intervista al Direttore generale Maria Candida Imburgia
 


"Da circa tre mesi, abbiamo iniziato il programma formativo 2017 all'insegna dell'innovazione e della programmazione. Ritengo che sia necessario fare formazione sul territorio anche al fine di avere un contatto diretto con gli operatori". È il direttore generale dell'Ital, Maria Candida Imburgia, a spiegare l'articolato e capillare progetto di formazione, da lei fortemente voluto e messo in campo dall'Ital per dare un ulteriore slancio all'attività di assistenza operata dal Patronato della Uil.
 

Qual è il principale argomento che viene affrontato in questi corsi?
La tematica principale è quella della legge di bilancio 2017, con i connessi decreti attuativi e con particolare riferimento ai temi previdenziali. Sono stati i coordinatori del territorio a chiedere che si facesse formazione proprio su queste materie.
 

I corsi di formazione sono impostati sul piano teorico o su quello pratico?
Sono impostati su entrambi i livelli, sia pratico che teorico. Si tratta di capire come dare assistenza concreta ai cittadini su una serie di questioni connesse a novità normative che regolamentano l'Ape volontaria, l'Ape sociale, i lavori usuranti, i lavoratori precoci. Agli operatori vengono forniti gli strumenti per poter svolgere al meglio la loro attività e per risolvere i problemi che vengono rappresentati dai cittadini.
 

Come sta procedendo questo progetto innovativo?
Siamo a buon punto, abbiamo già realizzato i corsi nella maggior parte delle regioni e i primi riscontri sono decisamente positivi. Non solo, abbiamo realizzato anche corsi di formazione per gli operatori che lavorano nelle nostre sedi europee, scegliendo una località in Francia dove sono convenuti i vari soggetti interessati. È stato un impegno davvero importante al quale seguirà un successivo appuntamento per gli operatori attivi nelle altre sedi Ital all'estero. Il rapporto diretto in aula tra formatori e operatori è stato molto apprezzato, così come è stata apprezzata la presenza dell'Ital nazionale sul territorio, perché lì dove ci sono delle distanze occorre recuperarle. Insomma, chi lavora deve sentirsi coinvolto e parte integrante di un gruppo.
 

Per dirla con una battuta, bisogna andare al di là dello schermo...
Esatto, l'e-learning è importante, ma il confronto diretto è essenziale. Peraltro, ho riunito preventivamente i coordinatori regionali e proseguirò con queste riunioni, una ogni trimestre. Continuerò, poi, a coinvolgere anche i responsabili europei: ci sono terreni comuni su cui è bene muoversi in sinergia.
 

Ci sarà anche una seconda fase?
Sì, abbiamo già programmato un secondo step: abbiamo preferito fare due moduli differenziati per tempistica e contenuti. Nel successivo, ragioneremo su nuove modalità di ampliamento della platea degli assistiti. Stiamo studiando il sistema per intercettare coloro che non hanno consapevolezza di avere alcuni diritti. E questo sarà possibile solo mettendo in atto tutte le sinergie necessarie a fare rete. Successivamente, sarà possibile socializzare tali conoscenze e tali strumenti avviando corsi di formazione specifici.
 

Ci sono spazi per estendere l'attività di assistenza?
Io credo che in molte realtà ci siano ancora margini di crescita. Se, pur in presenza di tutti gli strumenti necessari, ciò non dovesse accadere, sarebbe giusto verificarne insieme le cause e le ragioni. Il confronto e l'analisi ci aiutano a migliorare e a crescere.
 

C'è già qualche riscontro positivo anche da parte dei cittadini?
Grazie alla formazione, abbiamo risolto alcuni casi particolari che non si riuscivano a sbloccare, ma i frutti si vedranno nel medio periodo. Il nostro obiettivo è il miglioramento della qualità del servizio e dell'approccio con l'assistito. In questo modo, l'operatore può dare un senso concreto a quella che è una vera e propria missione sociale. Io ritengo, in conclusione, che la formazione sia uno strumento ideale per trovare il giusto equilibrio tra qualità e quantità funzionale all'attività di Patronato.