L'ITAL al Cairo cambia sede. Formare i lavoratori prima del loro ingresso in Italia
L’ ITAL al Cairo cambia sede.
Formare i lavoratori prima del loro ingresso in Italia. Come nasce l’idea del progetto ITAL
Nei giorni scorsi, in occasione dell’inaugurazione del nuovo ufficio ITAL al Cairo, il Presidente ITAL, Giuliano Zignani, ha presentato la nuova idea di progetto formativo, promosso dal Patronato ITAL sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, rivolto ai lavoratori egiziani che si recheranno in Italia per lavoro.
L’iniziativa, che dovrebbe prendere il via dal prossimo autunno in Egitto dopo le indispensabili autorizzazioni previste anche dalla normativa locale, si pone l’obiettivo di formare i lavoratori prima del loro ingresso in Italia. Il progetto dovrebbe poi estendersi ad altre nazioni.
“Questo progetto – ha spiegato il Presidente ITAL, Giuliano Zignani, in un’intervista pubblicata sulla pagina Facebook Uil - nasce dall’idea di dare continuità all’azione della nostra Organizzazione sul territorio nazionale di “Zero morti sul lavoro”.
A livello nazionale – ha detto Zignani - assieme al Segretario Generale UIL, Pierpaolo Bombardieri, abbiamo aperto le 100 sedi a disposizione di tutte le lavoratrici e i lavoratori che durante l’anno possono avere problemi sul tema della salute e sicurezza e infortuni sul lavoro. Abbiamo pensato – ha proseguito il Presidente ITAL - che sia giunto il momento di andare nell’area del Mediterraneo”.
Zignani ha infatti ricordato che in Italia ci sono oltre 150mila cittadini egiziani. Di questi, il 60% si trova in Lombardia e la maggior parte sono lavoratori e lavoratrici impiegati nel settore del turismo, del commercio e del trasporto.
“E’ per questo motivo – ha concluso Zignani – che abbiamo pensato che appena si aprono le liste dei lavoratori che possono arrivare in Italia, dobbiamo incominciare a fare loro una formazione sulla sicurezza sul lavoro, di modo che quando arriveranno nel nostro Paese non saranno totalmente impreparati. Il nostro obiettivo - ha detto - sarà quello di aiutare queste persone, tutelarle, per cercare di fare in modo che succedano sempre meno morti sul lavoro.”
