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I servizi diffusi dai Patronati come ponte tra carceri e societą civile

16/04/2024

 

 

I servizi diffusi dai Patronati come ponte tra carceri e società civile
Qual è il ruolo dei corpi intermedi nel percorso di reinserimento lavorativo e sociale dei detenuti?

Studio, formazione e lavoro dentro e fuori dal carcere. Sono stati i temi al centro del dibattito dell’iniziativa promossa il 16 aprile 2024 a Villa Lubin dal CNEL insieme al Ministero della Giustizia. 
 
“Recidiva zero”, questo il titolo del convegno: un’assemblea plenaria che ha previsto il coinvolgimento di stakeholder pubblici e privati, impegnati nel settore, indirizzata a mettere a sistema esperienze, progetti e strategie sul tema del lavoro e del reinserimento sociale dei detenuti come strumento per azzerare le recidive. 
 
A fare da cornice all’iniziativa è stato l’accordo interistituzionale, sottoscritto il 13 giugno dello scorso anno dal CNEL e dal Ministero della Giustizia, in tema di formazione e lavoro in carcere e fuori dal carcere.
 
Durante i lavori della mattina è stato dato ampio spazio alle esperienze sul campo e alle buone pratiche. È qui che si è inserito l’intervento di Giuliano Zignani, Presidente del Patronato ITALUIL e Presidente pro tempore dei Patronati del Ce.Pa. (Centro Patronati Acli, Inas, Inca, Ital), che ha posto l’accento sulle esperienze  progettuali dei patronati nelle diverse realtà delle carceri italiane.
 
“Come patronati del Ce.Pa - ha detto Zignani nel corso del suo intervento – siamo impegnati in diversi progetti all’interno delle carceri allo scopo di favorire l’inclusione sociale e l’inserimento lavorativo delle persone detenute. Il nostro obiettivo - ha detto il Presidente ITALUIL - deve essere quello di puntare a reintegrare i detenuti all’interno della società attraverso il lavoro. Per farlo, occorre partire dal tema della sicurezza sul lavoro: questo è un compito che i patronati possono svolgere con piena competenza grazie anche al supporto dei comitati tecnico scientifici”. 
 
Per i patronati riconoscere alle persone private della libertà personale i propri diritti non è solo espressione di democrazia ma è un valore fondante che comunica un messaggio chiaro ai fini della rieducazione e riabilitazione in carcere: le persone detenute hanno doveri ma, anche, diritti.
 
Questo approccio universale, insieme alla possibilità di usufruire di benefici economici, può avere effetti positivi anche per la riduzione della recidiva.Molto spesso, infatti, le persone detenute e i loro familiari non hanno consapevolezza delle tutele a cui potrebbero avere diritto.
 
Per questo motivo, anche grazie all’azione di tutela dei patronati, i diritti esigibili possono diventare diritti goduti, rappresentando, così, un aiuto concreto e di contrasto reale all’emarginazione sociale.