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Opzione donna: tutto quello che c'č da sapere per anticipare la pensione nel 2025

28/02/2025

 

In Italia esistono diverse possibilità che permettono di anticipare la pensione. Tra queste c’è Opzione donna: una soluzione dedicata alle lavoratrici in presenza di determinati requisiti.

 

Ma è davvero vantaggiosa? Quali sono gli aspetti da non sottovalutare?

 

Questo articolo vuole rispondere in modo esaustivo a tutto quello che c’è da sapere sulla pensione anticipata “opzione donna”: come è cambiata nel corso degli anni, quali sono i requisiti per potervi accedere nel 2025 e come si calcola il suo importo.
 

Opzione donna: venti anni dalla legge Maroni


Sono trascorsi venti anni da quella che in origine si chiamava “regime contributivo sperimentale donna”, più comunemente detto “opzione donna”. Introdotto nel 2004, con la legge Maroni (legge n. 243/2004), per concedere alle lavoratrici una strada per accedere anticipatamente alla pensione di anzianità con requisiti anagrafici più favorevoli rispetto a quelli in vigore dal 1° gennaio 2008 al 31 dicembre 2015. A condizione, però, di optare per la liquidazione del trattamento pensionistico con le regole del sistema contributivo.


Una facoltà di “opzione” molto discussa nel corso degli anni a causa delle proroghe e modifiche, sia nei requisiti, sia nei termini. Vediamo insieme perché.

 

Opzione donna: storia ed evoluzione fino ai giorni nostri


In origine, con la legge n. 243/2004, l’Opzione donna si rivolgeva a tutte le lavoratrici che avessero maturato, dal 2008 al 2015, 35 anni di contributi e 57 anni di età, se dipendenti, oppure 58 anni, se autonome. Nel 2012, con la legge Fornero, sono state introdotte le finestre mobili per la pensione di anzianità: nel caso di opzione donna, di 12 e 18 mesi, rispettivamente per le lavoratrici dipendenti e autonome.


Successivamente, il D.L. 4/2019 (legge 26/2019), ha riconosciuto - nei confronti delle lavoratrici che entro il 31 dicembre 2018 avevano maturato un'anzianità contributiva di 35 anni ed un'età anagrafica di 58 anni, se dipendenti, e di 59 anni, se autonome - la facoltà di accesso al pensionamento anticipato.


Requisiti che rimangono invariati fino al 31 dicembre 2021.


Nel 2023, con la legge 197/2022, Opzione donna viene prorogata ma cambiano i requisiti. Oltre ai 35 anni di contributi maturati entro il 31/12/2022, occorro da adesso almeno 60 anni di età. Il requisito anagrafico viene ridotto di 1 anno per ogni figlio, nel limite massimo di due anni. A poterne beneficiare sono le donne che alla data di presentazione della domanda si trovino in una delle seguenti condizioni: caregivers; invalide civili almeno del 74%; lavoratrici licenziate o dipendenti di aziende in crisi.


Nel 2024, con la proroga di Opzione donna nella legge di bilancio 213/2023, viene elevato – di un ulteriore anno – il requisito anagrafico. Sono richiesti, così, almeno 61 anni di età (con la riduzione da uno a due anni per le donne con figli) e almeno 35 anni di contributi maturati entro il 31/12/2023. Per poterne beneficiare è necessario trovarsi in una delle ulteriori condizioni introdotte dal 2023.

 

Opzione donna 2025: requisiti attuali per accedere alla pensione anticipata

 

Per accedere a Opzione donna nel 2025 serve aver maturato, al 31 dicembre 2024:


  • 61 anni di età (60 anni per mamme con un figlio, 59 anni per mamme con due o più figli oppure se si tratta di lavoratrici licenziate o dipendenti di aziende in crisi);
  • 35 anni di contributi.


Inoltre, per accedere alla misura, è necessario appartenere a una di queste categorie:


  • donne caregiver: assistere, al momento della domanda di pensione e da almeno sei mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente affetto da disabilità grave (oppure di secondo grado, sempre convivente, se i genitori o il coniuge di quest’ultimo hanno almeno 70 anni di età o sono invalidi o deceduti o mancanti);


  • invalidità civile: avere una riduzione della capacità lavorativa pari o superiore al 74%;


  • lavoratrici licenziate o dipendenti di aziende in crisi. Per loro, il requisito anagrafico è 59 anni di età a prescindere dal numero dei figli. 

 

Le finestre mobili di Opzione donna


La pensione anticipata Opzione donna si consegue decorsi:


12 mesi dalla data di maturazione dei requisiti: nel caso in cui il trattamento pensionistico sia liquidato a carico delle forme di previdenza dei lavoratori dipendenti;


18 mesi dalla data di maturazione dei requisiti: nel caso in cui il trattamento sia liquidato a carico delle gestioni previdenziali dei lavoratori autonomi.
 

 

Come calcolare l’importo della pensione


Il calcolo dell'assegno pensionistico con Opzione donna avviene interamente con il metodo contributivo. In parole semplici: ai fini del calcolo della pensione si considerano i contributi accantonati durante tutta la vita lavorativa (montante contributivo) e “restituiti” all’iscritto sotto forma di pensione, mediante l’utilizzo di un coefficiente chiamato “trasformazione” che varia in base all’età posseduta alla data del pensionamento.


Il metodo di calcolo contributivo è applicato oltre che da coloro che sono privi di anzianità contributiva fino al 31 dicembre 1995, anche da chi decide di optare per tale sistema o per coloro che accedono a determinati trattamenti pensionistici come, ad esempio, l’Opzione donna. Ciò comporta, generalmente, uno svantaggio rispetto al calcolo con il sistema misto per la lavoratrice che opta per questa modalità di pensione anticipata.
 

 

Opzione donna oggi: i dati dell’Inps


Nel 2025 il numero delle lavoratrici che scelgono di andare in pensione con Opzione donna è in forte calo.


Secondo i dati riportati dall’Osservatorio Inps sui flussi di pensionamento, nel 2024 solo 3.489 donne hanno usufruito di questa misura: il 70,92% di donne in meno rispetto a coloro che avevano fatto la stessa scelta nel 2023 (esattamente 11.996 lavoratrici). La maggior parte delle lavoratrici che nel 2024 hanno fatto ricorso a Opzione donna percepisce oggi un assegno pensionistico inferiore a 1.000 euro. Sono poche, infatti, le donne che possono contare su importi di pensione più elevati: solo 274 donne, circa il 7,6 del totale, ricevono un assegno di almeno 2.000 euro al mese.

 

In pensione con Opzione donna nel 2025


Cosa dire di Opzione donna oggi?


Senza dubbio le criticità non mancano: nel corso degli anni i requisiti sono stati inaspriti e il calcolo contributivo applicato comporta spesso assegni pensionistici troppo bassi per garantire un’adeguata sicurezza economica. Resta, tuttavia, una possibilità di pensionamento anticipato (rispetto alla pensione di vecchiaia prevista con 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi) a disposizione di alcune categorie più vulnerabili.