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Servizio civile Ital, occasione di incontro tra generazioni

27/06/2024

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“SERVIZIO CIVILE ITAL, OCCASIONE DI INCONTRO TRA GENERAZIONI”

 

Intervista al Direttore generale Ital, Maria Candida Imburgia

 

 

 

Anche quest’anno, con la tradizionale puntualità, si sono svolti i corsi di formazione generale per i volontari del servizio civile. Questi giovani hanno scelto di impegnare il proprio tempo in un’azione di importante valore sociale e l’Ital è a disposizione nell’accoglierli, formarli e indirizzarli verso lo svolgimento dei progetti di assistenza individuati e definiti. Ne parliamo, come di consueto, con il Direttore generale, Maria Candida Imburgia.

 

Direttore, quando sono stati organizzati e come sono stati strutturati questi corsi?


I corsi si sono svolti alla fine del mese di maggio, in presenza, e successivamente, dal 10 al 12 giugno, con un’unica sessione in modalità a distanza. I volontari sono stati 78 e sono state erogate, complessivamente, 42 ore di formazione. Nella prima parte, abbiamo dovuto prevedere due sessioni distinte, dividendo i corsisti in due aule separate per poter svolgere l’attività formativa nel modo più efficace possibile. Ovviamente, come è giusto che sia, le Linee guida per la formazione generale dei giovani in servizio civile nazionale, disposte dal Dipartimento della Gioventù e del Servizio civile della Presidenza del Consiglio dei ministri, sono precise e prescrittive e prevedono materie e frequenza obbligatorie. Le ragazze e i ragazzi coinvolti hanno dato prova di un’attenzione e di un interesse per i temi trattati tali da assicurare una partecipazione di alto livello e di grande qualità: chi fa questa scelta, l’attua sulla base di valori che, naturalmente e spontaneamente, garantiscono un coinvolgimento attivo, convinto e responsabile. E i risultati sono stati davvero apprezzabili.

 

I Progetti di riferimento sono stati due: quali gli argomenti?


Un progetto è stato realizzato sul tema specifico del “Dialogo digitale”. L’altro ha affrontato la questione delle “Tecnologie Digitali Solidali”. L’argomento è quello, ormai noto, del divario digitale. Questi giovani sono espertissimi e hanno delle capacità innate in materia. Sono, dunque, in grado di assistere le persone più anziane nell’acquisizione di un minimo di dimestichezza con il mondo dell’online e di accompagnarle nella fase propedeutica alla definizione della pratica, che poi dovrà essere istruita dal Patronato. Un esempio classico è quello dello Spid. Tanti anziani non sanno come procurarselo e, allora, queste ragazze e questi ragazzi intervengono perché sia loro attribuito quel prerequisito necessario ad avviare un percorso di riconoscimento e fruizione di un diritto.

 

Siamo su un terreno che riguarda soprattutto i pensionati…


Sì, infatti i pensionati rappresentano una parte importante dei nostri assistiti. Peraltro, nell’ottica di un percorso di alfabetizzazione digitale, c’è anche un impegno di affiancamento degli anziani che può avere una sua continuità, al di là del rapporto occasionale che si instaura per l’istruzione della singola e specifica pratica. Va, infine, sottolineato che i corsi per i volontari prevedono anche esercitazioni pratiche e moduli sulla progettazione sociale: tutti strumenti utili a ingenerare competenze e disponibilità per un servizio che non si fonda solo sulle conoscenze, ma soprattutto su una spiccata sensibilità civica e sulla capacità a intessere e a valorizzare i rapporti umani.

 

Ancora una volta viene in risalto l’opera di Segretariato sociale di cui l’Ital si fa promotrice. È così?


L’obiettivo è proprio quello di dare un’opportunità ai giovani offrendo un aiuto agli anziani. È l’occasione per un incontro tra generazioni e per uno scambio di esperienze che arricchisca tutti i soggetti coinvolti. Alle ragazze e ai ragazzi che svolgono questa attività di volontariato noi vogliamo, innanzitutto, trasferire il senso del servizio civile e il valore di un impegno di solidarietà e altruismo, con l’auspicio che tutto ciò resti un loro patrimonio personale, per sempre, al di là del percorso lavorativo che sceglieranno. La formazione non deve solo accrescere conoscenze ma, per l’appunto, deve anche formare coscienze, non imponendo insegnamenti, ma facendo emergere le potenzialità e la personalità di ciascun ragazzo. È un principio generale, che vale ancor più se applicato a un impegno così nobile come quello del servizio civile. L’Ital proseguirà su questa strada, dunque, per dare il proprio piccolo contribuito alla costruzione di una società migliore, in grado di coniugare le esigenze dei giovani e quelle degli anziani.