"La formazione, supporto strategico all'attivitą di assistenza"
“LA FORMAZIONE, SUPPORTO STRATEGICO ALL’ATTIVITÀ DI ASSISTENZA”
Intervista al Direttore generale Ital, Maria Candida Imburgia
Continua incessante l’attività formativa dell’Ital, nel rispetto del programma stilato per il 2024, ma anche in coerenza con le specifiche esigenze manifestate dai Coordinatori. Ne parliamo, come di consueto, con il Direttore generale dell’Ital, Maria Candida Imburgia.
Direttore, quali sono le novità emerse in questi mesi sul fronte della formazione?
Abbiamo ritenuto utile e necessario strutturare una formazione rivolta ai nuovi operatori assunti, in particolare nelle sedi all’estero. Il primo step si è svolto alla fine del mese di marzo. In questa sessione sono stati approfonditi alcuni aspetti previdenziali, con particolare riferimento al tipo di contribuzione. Inoltre, sono stati proposti alcuni esempi pratici di lettura e valutazione degli estratti contribuitivi.
La prima sessione si è svolta in modalità skype per coinvolgere, in particolare, i nuovi assunti presso le sedi Ital all’estero. È così?
Certamente, tant’è che gli argomenti sono stati trattati a cura dell’area internazionale. Peraltro, nell’occasione, è stato anche condiviso un vademecum sulla documentazione necessaria ad apportare eventuali rettifiche o integrazioni sull’estratto contributivo, nell’ipotesi di contribuzione erronea o mancante. Il modello formativo adottato, poi, prevede altri due corsi sulle tipologie e sul calcolo delle pensioni. Era fondamentale organizzare questo percorso, perché sono sempre più le persone che si rivolgono ai nostri uffici per aver assistenza e noi abbiamo il dovere di assicurarla sempre ai massimi livello di professionalità. Per rafforzare le nostre strutture, dunque, non è sufficiente aumentare il numero degli operatori: è indispensabile che essi siano anche altamente qualificati per rispondere con efficacia ed efficienza a tutte le richieste di tutela.
Va avanti, contestualmente, anche il progetto per i volontari del servizio civile. Come procede quest’altra esperienza formativa?
Sta procedendo molto bene. Sono oltre ottanta i volontari impegnati nella realizzazione dei progetti dell’Ital che stanno completando il percorso di formazione obbligatoria previsto dalla legge. C’e stata una sessione in presenza, che è poi proseguita in modalità on line. I progetti in questione, per la cui attuazione abbiamo organizzato un corso di formazione generale, hanno titoli molto esplicativi: “Ital per il Sociale”, “Oltre le distanze digitali”, “Digitale e Sud Italia: percorsi per la terza età”. I temi sono quelli relativi al Servizio civile universale, alle sue origini e alle sue finalità rivolte al conseguimento di coesione e solidarietà sociale.
Anche l’esperienza del Servizio civile è fortemente consolidata in Ital. Come stanno rispondendo le ragazze e i ragazzi coinvolti?
C’è grande attenzione ed entusiasmo. Questi corsi sono anche l’occasione per un confronto reciprocamente arricchente con tanti giovani, che spendono il loro tempo per aiutare i soggetti più fragili. In questo caso, si tratta, in particolare, degli anziani che soffrono le conseguenze di un divario digitale sempre più accentuato e che possono trovare nelle nuove generazioni un punto di riferimento e un sostegno a loro disposizione. Tutti sentiamo forte il bisogno di sperimentare e consolidare prassi diffuse di solidarietà anche intergenerazionale, perché la frammentazione e la separazione sclerotizzano il tessuto sociale che, invece, deve essere sempre rigenerato dal dialogo, dalla collaborazione e dalla reciprocità nella disponibilità. Questi sono gli obiettivi che si prefigge l’Ital: noi intendiamo perseguirli con il supporto strategico dei progetti formativi e con il quotidiano impegno professionale di tutti i nostri operatori.