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Intervista | La formazione, "una forza gentile", per assistere gli sfollati di guerra

Aprile 2022

  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

INTERVISTA |Italinforma n. 4 aprile 2022 >>>

 

 

 

 

 

 

LA FORMAZIONE, "UNA FORZA GENTILE", PER ASSISTERE GLI SFOLLATI DI GUERRA

 

Intervista al Direttore generale dell’Ital, Maria Candida Imburgia

 

 

 

 

Il dramma della guerra in Ucraina sta sconvolgendo gli equilibri mondiali. La tragedia umanitaria che si sta determinando, con devastazioni, morti e milioni di profughi, impone un impegno particolare delle Istituzioni internazionali, ma anche della società civile e delle associazioni. Per non parlare delle ripercussioni economiche e sociali che stanno riguardando l’Europa intera e, dunque, anche il nostro Paese. In questo contesto, tutti sono chiamati a fare la propria parte, ciascuno secondo il proprio ruolo. E anche per il Patronato si profila un preciso e specifico coinvolgimento. Ne parliamo, come di consueto, con il Direttore generale dell’Ital, Maria Candida Imburgia. 

 

Direttore, molti degli ucraini in fuga dalla guerra stanno ritornando nel nostro Paese. Per coloro che fruiscono di prestazioni pensionistiche erogate dall’Inps, si rischia di incorrere in un problema tecnico burocratico. Di cosa si tratta?

 

Molti cittadini ucraini hanno lavorato per tanti anni nel nostro Paese e, al termine della loro attività, sono diventati titolari di un trattamento pensionistico di vecchiaia italiano. Ora, a causa della guerra, sono stati nuovamente costretti a lasciare l’Ucraina e sono ritornati in Italia. Ebbene, il venir meno della condizione di rimpatrio definitivo, comporterebbe la revoca della prestazione. Ma il Ministero del Lavoro è intervenuto stabilendo una deroga alla normativa e autorizzando l’Inps a proseguire nell’erogazione della pensione, proprio a causa di una situazione, come quella bellica, considerata causa di forza maggiore. 

 

È stata una scelta di carattere umanitario...

 

Certamente, è una scelta assolutamente condivisibile per evitare che migliaia e migliaia di persone vedano peggiorata una condizione già umanamente inaccettabile. È chiaro che, di fronte, a una situazione del genere, il Patronato, coerentemente al proprio ruolo, deve prendere atto della deroga interpretativa e agire di conseguenza nell’esercizio delle sue funzioni di assistenza e tutela. Peraltro, a tutti i cittadini considerati sfollati dall’Ucraina, in base ai criteri stabiliti per decreto, viene rilasciato un permesso di soggiorno per protezione temporanea, che consentirà loro l’accesso al mercato del lavoro, al Servizio sanitario nazionale e allo studio. 

 

In questo caso, in cosa si concretizza l’azione di assistenza del Patronato?

 

Per noi, è doveroso fornire la corretta informazione, la consulenza necessaria e il massimo supporto a questa fascia debole di persone. E poiché il Patronato è sempre fautore e garante dei diritti, a maggior ragione, in una tale situazione drammatica il nostro impegno deve essere ancora più accorato. 

 

L’Ital è pronta per assolvere anche a questo nuovo compito?

 

I nostri operatori hanno una preparazione completa, frutto di una costante e continua opera di formazione che l’Ital assicura loro ormai da anni. La formazione è la nostra “forza gentile” che rende solida la professionalità degli operatori, tutti competenti a offrire la necessaria assistenza anche in situazioni eccezionali e drammatiche come, peraltro, è stato dimostrato nel corso della pandemia. Le nostre sedi, dunque, sono pronte per assistere anche gli sfollati ucraini: un compito che assolveremo con la competenza rafforzata dalla formazione e con l’umanità insita nell’impegno assunto a favore dei più deboli e bisognosi di aiuto.