
Salute e lavoro: presentata a Roma la ricerca ISPO
Il 1° aprile è stata presentata a Roma la Ricerca “Salute e lavoro: atteggiamenti e consapevolezza dei cittadini italiani e stranieri”, condotta dall’ISPO per conto del Centro Patronati (Ce.Pa. - Acli, l’Inas, Inca e Ital), allo scopo di mettere in evidenza la scarsa conoscenza delle malattie professionali tra i lavoratori stranieri e italiani.
A presiedere i lavori del Convegno è stato il Presidente dell’Ital, Gilberto De Santis, che ha rinnovato l’utilità di tale lavoro perché ripropone con forza l’importanza del patronato nell’opera di tutela e prevenzione della salute nei luoghi di lavoro.
Dall’analisi dei dati è emerso che sono molti gli stranieri che hanno le idee poco chiare (60%) su cosa sia una malattia professionale. Gli italiani sembrano averne maggiore consapevolezza, seppure gli incerti siano ancora il 30%.
Le malattie osteoarticolari, dell’apparato respiratorio e i tumori sono le patologie più conosciute dalla platea degli intervistati. È presente anche una parte di persone che non è in grado di indicare alcuna malattia professionale (il 23% degli stranieri e l’8% degli italiani).
In merito ai settori di impiego più rischiosi, italiani e stranieri hanno la stessa opinione: al primo posto indicano l’industria pesante, seguono le costruzioni/edilizia, l’industria manifatturiera e infine l’agricoltura.
Sulla consapevolezza dei diritti in caso di malattia professionale gli intervistati individuano, per prime, le prestazioni di carattere sanitario: circa 3 stranieri e 4 italiani su 10. Solo l’11% degli stranieri sa che è possibile ottenere il riconoscimento dell’invalidità civile. In entrambi i target, circa un quarto dei rispondenti, indica l’iter corretto da seguire per vedere riconosciuto il proprio diritto.
Sul fronte della fiducia per gli attori che si occupano di salute e lavoro, il medico di base è il favorito sia dagli italiani che stranieri. Al secondo posto troviamo i Patronati, di loro si fidano maggiormente gli impiegati e i laureati. Tra gli stranieri, gli africani sono i più fidelizzati, mentre gli americani preferiscono i Caf e l’Inail. Tra gli italiani è importante notare come il quarto posto della classifica è occupato dai consulenti e professionisti: 5 su 10 ripongono fiducia in loro.
La paura di ritorsioni sul lavoro ostacola i lavoratori nel chiedere il riconoscimento della malattia professionale. Per questo motivo, la maggior parte, ritiene fondamentale l’aiuto di apposite agenzie per gestire il rapporto con il datore di lavoro.
I Patronati restano il principale punto di riferimento per gli stranieri in merito alla tutela dei diritti e per il disbrigo di pratiche come la maternità, la disoccupazione, gli assegni familiari e l’assistenza sociale in generale. Le istanze più comuni, dopo il permesso di soggiorno (di cui l’88% ne ha avuto bisogno), sono il ricongiungimento familiare (che riguarda quasi la metà del campione), gli assegni familiari (43%) e la disoccupazione (39%).
Carmelo Barbagallo, Segretario Generale Aggiunto Uil, ha denunciato nel suo intervento al Convegno, come “Gli atteggiamenti dei vari Governi che si sono succeduti hanno, con i Patronati di comodo, abbassato la qualità del servizio. Tra l’altro i Governi si sono intromessi in tematiche dove i più grandi azionisti sono i lavoratori e i datori di lavoro e hanno agito con i Patronati e i Caf con convenzioni a ribasso, condannabili anche dalla Corte Europea”.