
Pensioni per le madri lavoratrici: tutte le agevolazioni nel 2025

Quando si parla di pensioni, una delle domande più frequenti riguarda le agevolazioni per le madri lavoratrici. Negli ultimi anni il legislatore ha riconosciuto con forza il valore sociale della maternità, prevedendo strumenti che permettono alle donne con figli di andare in pensione prima o di ottenere un assegno più favorevole. Dall’anticipo dell’età pensionabile previsto dalla Legge 335/1995 alla proroga di Opzione Donna 2025, passando per lo sconto contributivo nell’Ape Sociale e i contributi figurativi legati alla maternità: le possibilità sono diverse e spesso poco conosciute.
In questo articolo facciamo chiarezza su tutte le agevolazioni, spiegandole in modo chiaro e con esempi pratici, così da aiutarti a capire quali opportunità possono esserti utili per pianificare la tua pensione con serenità.
Anticipo dell’età pensionabile per le madri (Legge 335/1995)
Uno dei vantaggi più noti per le madri riguarda l’anticipo dell’età pensionabile. Le donne che rientrano nel sistema contributivo puro – cioè senza contribuzione prima del 31 dicembre 1995, o che hanno optato per il calcolo interamente contributivo – possono ridurre l’età di accesso alla pensione di 4 mesi per ogni figlio, fino a un massimo di un anno e quattro mesi.
In pratica, se l’età ordinaria per la pensione di vecchiaia nel 2025 è fissata a 67 anni, una madre con tre figli potrà smettere di lavorare a 66 anni; con quattro figli, addirittura a 65 anni e 8 mesi.
Coefficienti di trasformazione più favorevoli per le madri lavoratrici
Non tutte scelgono di anticipare la pensione. Per chi decide di attendere l’età ordinaria, sempre nel sistema contributivo puro, la legge prevede in alternativa l’applicazione di coefficienti di trasformazione più alti.
I coefficienti di trasformazione sono valori stabiliti per legge che servono a convertire il montante contributivo accumulato in una pensione annua. Maggiore è l’età al momento del pensionamento, più alto sarà il coefficiente, e quindi l’importo della pensione.
Le madri possono beneficiare di un incremento:
- con 1 o 2 figli il coefficiente è calcolato come se avessero un anno in più;
- con 3 o più figli come se avessero due anni in più.
Così, una madre di 67 anni con tre figli vedrà applicato il coefficiente dei 69 anni, ottenendo un assegno più alto senza dover prolungare la carriera lavorativa.
Pensione anticipata contributiva e importo soglia ridotto
Nel 2025 la pensione anticipata contributiva, accessibile a partire dai 64 anni di età con almeno 20 anni di contributi. In questo caso, c’è un ulteriore requisito: è richiesto che l’assegno raggiunga un valore minimo, il cosiddetto importo soglia, pari a tre volte il valore dell’assegno sociale (nel 2025 538,69 € quindi l’importo soglia è 1.616,07 €). Fino al compimento dei requisiti di vecchiaia, l’assegno non può superare cinque volte il valore del trattamento minimo.
Per le madri, invece, la soglia si abbassa:
- a 2,8 volte l’assegno sociale (circa 1.508 euro) con un figlio;
- a 2,6 volte l’assegno sociale (circa 1.400 euro) con due o più figli.
Questa riduzione può fare la differenza tra poter uscire in anticipo o dover attendere ancora qualche anno.
Ape Sociale: contributi ridotti per le madri
Un’altra misura importante è l’Ape Sociale – in vigore anche per quest’anno, che accompagna fino all’età di vecchiaia con un’indennità mensile. Per accedervi sono necessari determinati requisiti contributivi, che per le madri vengono alleggeriti: il requisito si riduce di un anno per ogni figlio, fino a un massimo di due anni di riduzione.
Se, ad esempio, una lavoratrice senza figli deve avere 30 anni di contributi, una madre con due figli può accedere con 28 anni.
Opzione Donna nel 2025: requisiti aggiornati
La pensione Opzione Donna 2025 è stata prorogata e resta una delle modalità più attenzionate dalle lavoratrici che vogliono anticipare l’uscita.
Per accedervi servono:
- 35 anni di contributi effettivi maturati entro il 31 dicembre 2024;
- 61 anni di età, ridotti a 60 anni con un figlio e 59 con due o più figli.
La misura è riservata a categorie specifiche: caregiver, invalide civili al 74% o più, lavoratrici licenziate o dipendenti di aziende in crisi.
Attenzione però: l’assegno viene calcolato interamente col metodo contributivo, che può risultare meno vantaggioso rispetto al sistema misto.
Contributi figurativi e riscatto dei congedi
I cinque mesi di maternità obbligatoria sono sempre coperti da contribuzione se avvenuti nell’ambito di un rapporto di lavoro. Quando, invece, la maternità si verifica al di fuori del rapporto di lavoro, è comunque possibile chiedere l’accredito figurativo presentando domanda, a condizione di avere almeno cinque anni di contribuzione effettiva. Inoltre, la legge consente di riscattare i periodi di congedo parentale fino a un massimo di cinque anni, se non già coperti. Anche in questo caso resta valido il requisito dei cinque anni di contribuzione effettiva e il calcolo dell’onere secondo le regole vigenti.
Queste possibilità sono utili, ma vanno valutate con attenzione: in alcuni casi il riscatto di periodi anteriore al 1996 può comportare il passaggio a un sistema di calcolo misto invece che contributivo puro, con effetti sulla decorrenza e sull’importo della pensione.
Perché rivolgersi al Patronato ITAL
Le agevolazioni per le madri lavoratrici nelle pensioni 2025 rappresentano un riconoscimento concreto al valore della maternità e un aiuto prezioso per tante donne. Ma ogni storia previdenziale è diversa: numero di figli, tipo di carriera, contributi figurativi, eventuali interruzioni lavorative. Per questo è fondamentale analizzare bene la situazione e procedere con la scelta migliore.
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