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Venezia: immigrazione e il polso del lavoro

09/09/2015


Si è svolto a Venezia l’8 settembre un incontro seminariale organizzato dalla Uil Veneto e dall’Ital per esaminare l’attività di patronato sugli immigrati correlato alla situazione occupazionale degli stranieri.
“In una Regione come il Veneto – ha detto Alberto Sera, Vice presidente Ital – con una presenza così forte di immigrati è importante pesare la nostra capacità di operare nel campo dei diritti nei confronti di questi nuovi cittadini”.

Maura Tabacco, dell’Ital Nazionale, ha svolto la relazione che ha riguardato l’esame congiunto delle conseguenze della crisi occupazionale sugli immigrati da una parte e della stabilità e radicamento a carattere familiare dall’altra. “I dati statistici – ha detto Tabacco – dimostrano che la presenza degli stranieri nel mercato del lavoro cresce mentre, quella italiana, diminuisce.”

Nel corso del dibattito sono intervenuti tra gli altri, Lucia Perina, Segretaria della Uil di Verona, che ha invitato a “incentivare il territorio a rafforzare la rete di assistenza agli immigrati.”

Grazia Chisin, Segretaria Uil Vicenza, ha sostenuto “la necessità di monitorare periodicamente l’attività complessiva sugli immigrati”.
Ha presieduto l’incontro Gerardo Colamarco, Segretario generale della Uil Veneto e Venezia, che nel corso dell’incontro ha più volte ribadito la necessità di impegnarsi per la crescita della presenza degli immigrati nella Uil. Colamarco, ha concluso affermando che “la Uil Veneto intende valorizzare l’esperienza di integrazione per preparare gli scenari futuri”.

Ha concluso i lavori del seminario il Segretario Confederale Uil, Guglielmo Loy, che nel suo intervento ha ricordato come la crisi ha peggiorato le condizioni delle famiglie e quindi anche di coloro che sono addetti all’assistenza, molto spesso lavoratori stranieri, invitato tutti a “Verificare le condizioni degli immigrati non solo dai numeri sui permessi di soggiorno ma anche dall’attività dei Patronati” esortando tutti a “partecipare a tutte le iniziative di sostegno alla vita e alla speranza dei rifugiati” sottolineando come “l’autorevolezza di un’attività è più forte se dietro c’è lo spessore di ideali”.