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Intervista | Servizio Civile. "Un'opportunitą per i giovani, uno strumento di solidarietą"

28/06/2017



Intervista | da Italinforma n. 5 maggio 2017






SERVIZIO CIVILE

“UN’OPPORTUNITÀ PER I GIOVANI, UNO STRUMENTO DI SOLIDARIETÀ”

 

Intervista al Direttore generale Maria Candida Imburgia
 


 


Ancora una volta l'Ital è all'avanguardia sul terreno del servizio civile, ma con un'ulteriore importante novità: grazie all'approvazione del progetto dal titolo "Sei connesso?" mette in relazione i giovani, che hanno scelto questo impegno e che sono sempre talentuosi nell'uso dello strumento informatico, con i cittadini che, invece, hanno maggiori difficoltà di approccio alle nuove tecnologie. Fautore di questo progetto è il Direttore generale dell'Ital, la dottoressa Maria Candida Imburgia, responsabile, tra l'altro, del servizio civile Ital, che ha accolto con particolare soddisfazione la notizia del "via libera" da parte delle Istituzioni competenti. "Quella del servizio civile - sottolinea Imburgia - è un'esperienza ormai consolidata per l'Ital, che accoglie volentieri i giovani impegnati su questo fronte, offrendo loro anche un'opportunità in termini di conoscenze e di prospettive lavorative".
 

Il servizio civile può diventare anche una "password" per accedere al mondo del lavoro?
È un'opportunità. Chi fa il servizio civile ha anche l'occasione di conoscere l'ambito sociale di un contesto territoriale.
Accade spesso che questi giovani si inseriscano così bene nella struttura di Patronato in cui hanno prestato il loro servizio da essere poi assunti proprio grazie alle competenze e alla dedizione che hanno potuto esprimere nell'attuare quei compiti e quelle funzioni.

 

I vantaggi ci sono anche per i cittadini...
Certamente. Da un lato, si offre a un giovane la possibilità di affacciarsi nel mondo del sociale e del lavoro e, dall'altro, si mettono i cittadini che hanno bisogno di un servizio nella condizione di poter interloquire con giovani che, normalmente, hanno una mentalità più flessibile e dinamica.

 

Qual è la particolarità del progetto appena approvato?
Il titolo scelto, "Sei connesso?" è emblematico: noi puntiamo a potenziare e sviluppare azioni e strategie che garantiscano ai nostri assistiti il diritto di accesso al mondo digitale. È un percorso di alfabetizzazione informatica per rendere "amiche" le nuove tecnologie a vantaggio, in particolare, di anziani, immigrati e diversamente abili. Queste categorie di cittadini che si recheranno presso una sede del nostro Patronato troveranno un volontario del servizio civile che sarà in grado di prestare loro un aiuto e un'assistenza dal punto di vista informatico.

 

Per questi ragazzi è previsto uno specifico percorso formativo?
Per attuare questo progetto, i volontari del servizio civile vengono formati, presso la nostra sede nazionale, da uno staff specializzato, coadiuvato anche da esperti e accademici, e poi vengono dislocati nelle nostre strutture sul territorio nazionale. Ovviamente, si tratta di ragazzi che hanno già una solida preparazione informatica di base: noi li accompagniamo nell'approccio all'utente finale.

 

È un bel progetto: volendo sintetizzarne lo spirito come possiamo definirlo?
È un progetto di solidarietà, un incontro tra domanda e offerta di aiuto, di solidarietà bivalente tra giovani e cittadini più deboli. Peraltro, questa è la missione del Patronato; laica, ma pur sempre una missione di assistenza e di tutela.
Noi vogliamo aiutare il prossimo: i giovani, avendo l'opportunità di esprimere la loro personalità e le loro attitudini, ci sostengono in questo compito di civiltà e di progresso.