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Il ruolo strategico della formazione nella fase della pandemia

Aprile 2021

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

INTERVISTA |

 

 

 

 

 

IL RUOLO STRATEGICO DELLA FORMAZIONE NELLA FASE DELLA PANDEMIA

 

Intervista al Direttore generale dell’Ital, Maria Candida Imburgia

 

  

 

La lunghissima fase segnata dal Covid continua, purtroppo, ad avere i suoi effetti anche in questo scorcio del 2021. Na abbiamo già parlato ampiamente, ma un’ulteriore riflessione può essere utile a impostare il lavoro anche per il presente e per l’immediato futuro, in attesa di uscire definitivamente dal buio della pandemia. Ne discutiamo, come di consueto, con il Direttore generale, Maria Candida Imburgia.

 

Direttore, lo abbiamo già ricordato nelle precedenti interviste, ma il ragionamento vale anche per questo primo trimestre dell’anno in corso: nonostante il Covid, l’attività dell’Ital non si è mai fermata...


L’Ital, con determinazione e professionalità, ha continuato a svolgere il proprio impegno di assistenza e tutela, in Italia e all’estero, a favore dei cittadini, dei lavoratori e dei pensionati. Tutto ciò è avvenuto nell’ambito delle finalità statutarie e in virtù dei protocolli sottoscritti con gli Enti previdenziali di riferimento, con il Ministero del lavoro e con il Ministero degli interni, nei settori della previdenza, dell’assistenza socio - economica, della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e dell’immigrazione e in tante altre importanti iniziative. Con questo stesso spirito fattivo e concreto, abbiamo affrontato i primi tre mesi del nuovo anno che, purtroppo, sono stati caratterizzati ancora dalla persistenza della pandemia e, conseguentemente, dai necessari provvedimenti restrittivi e di contenimento della diffusione del virus. Noi, però, nell’assoluto e pieno rispetto delle norme di prevenzione e sicurezza, non ci siamo arresi e non ci arrendiamo: l’Ital prosegue nel suo impegno di Segretariato sociale.

 

Resta, ovviamente, confermato il ruolo strategico della formazione. Quanto sono importanti per l’Ital i percorsi formativi, sia quelli già attuati sia quelli da realizzare nei prossimi mesi?


Credo che l’aggettivo “strategico” compendi con inequivocabile chiarezza il valore e il significato che la formazione riveste per l’Ital. Il nostro Patronato deve offrire un servizio di enorme valore sociale e per essere all’altezza di questo compito, bisogna essere adeguatamente preparati, professionalmente competenti, umanamente disponibili. Insomma, bisogna essere “ben piantati” in un terreno coltivato con intelligenza per ottenere risultati apprezzabili. Tutto ciò lo si può conseguire se si costruisce e si realizza un progetto formativo di alto livello qualitativo.

 

E la pandemia non ha rallentato né sta rallentando questo processo, è così?


Esatto; anzi, ci siamo sentiti in dovere di accrescere il nostro impegno, proprio perché la pandemia ha fatto emergere problematiche inedite con le quali, tuttora, siamo costretti a fare i conti. Abbiamo dovuto fare in modo che le persone fossero messe a conoscenza e fruissero dei nuovi diritti e delle nuove tutele. Ecco perché la formazione dei nostri operatori è stata fondamentale: abbiamo cercato, in tutti i modi, di essere al loro fianco e di sostenerli nei momenti critici della pandemia, in modo che l’Ital potesse continuare a svolgere la propria azione di supporto sociale ai cittadini, per il conseguimento delle prestazioni previdenziali e assistenziali.

 

Il necessario distanziamento sociale ha reso più difficile questo compito?


Tutti stiamo affrontando delle enormi difficoltà, è evidente, ma siamo riusciti a superarle, tant’è che il piano formativo adottato all’inizio dello scorso anno è stato regolarmente condotto a termine. E anche in questo primo trimestre del 2021 stiamo proseguendo nel solco tracciato, con grande efficacia e sempre con risultati incoraggianti. Lo ribadisco, l’attività si è svolta e si sta svolgendo nel pieno rispetto delle indicazioni fornite dalle varie normative per garantire la sicurezza di tutti. La stessa formazione, dunque, si sta realizzando “a distanza” e questa metodologia, alla quale peraltro eravamo già avvezzi, non ha bloccato il percorso, ma lo ha rafforzato. In conclusione, credo che l’Ital stia dando prova di capacità di resilienza, un’attitudine indispensabile, in una fase epocale come quella che stiamo vivendo, per essere protagonisti del cambiamento ma, soprattutto, per continuare a fare la propria parte al servizio delle persone e per il bene della collettività.