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2020: un anno tragico, affrontato con determinazione e coraggio

Novembre 2020

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

INTERVISTA | da Italinforma n. 11 | novembre 2020 >>>

 

 

 

 

 

 

 

2020: UN ANNO TRAGICO, AFFRONTATO CON DETERMINAZIONE E CORAGGIO

 

Intervista al Direttore generale dell’Ital, Maria Candida Imburgia

 

 

 

Quest’anno volge al termine. Come è ormai tradizione, il numero di novembre - pubblicato in genere nei primi giorni di dicembre - è l’occasione per fare un primo rapido bilancio. Il 2020 è già stato definito uno dei peggiori anni dal dopoguerra a oggi. Il Covid ha cambiato le vite di tutti, a molti le ha stravolte e a tanti le ha recise. Una tragedia. Ma, tra enormi difficoltà, si è cercato di andare avanti. Così è stato anche per l’Ital. La voglia di non arrendersi, seppur in totale sicurezza, ha prevalso. E l’attività è proseguita. Di questo e, soprattutto, delle iniziative degli ultimi giorni parliamo nella consueta intervista con il Direttore generale dell’Ital, Maria Candida Imburgia.

 

Direttore, anche l’Ital, i suoi operatori, i suoi dirigenti hanno affrontato questo anno con determinazione e coraggio...


Non ci siamo mai fermati, anche quando abbiamo lavorato da remoto. Abbiamo assicurato la nostra assistenza e la nostra tutela, in completa sicurezza, a tutti e a tutte coloro che si sono affidati e continuano ad affidarsi alla nostra cura, a cominciare dai soggetti più vulnerabili. Abbiamo anche cercato di capire l’entità dell’impatto della pandemia sulle fasce più deboli della popolazione, approfondendo, attraverso percorsi formativi costanti, intensi e qualificati, le politiche e i provvedimenti messi in atto per garantirne, in virtù del nostro specifico ruolo, l’applicazione concreta a chi ne avesse diritto. Voglio solo confermare che, in questi mesi, l’Ital c’è stata e continuerà ad esserci per esercitare, con efficacia e successo, la propria funzione di Segretariato sociale.

 

Tra le tante iniziative del mese di novembre, insieme alla Uil scuola e alla Uim e all’Ital Belgio, si è svolta una giornata informativa, dedicata al tema delle pensioni dei nostri concittadini all’estero che lavorano nella scuola. Con quale obiettivo?


Questa iniziativa è stata l’ennesima dimostrazione di quanto importante sia la sinergia tra le categorie e i servizi della Uil, per assicurare un’assistenza la più qualificata e professionale possibile. Il seminario è stato organizzato con l’intento di offrire una panoramica degli aspetti legislativi e tecnici, agli operatori di patronato e ai rappresentanti di categoria che sono chiamati, ciascuno nel proprio ambito, a dare risposte utili ed efficaci su un tema così importante come quello delle pensioni.
 

E a proposito di estero, consentimi un piccolo inciso. Vorrei fare riferimento anche a un’altra iniziativa alla quale hai partecipato in una veste diversa, quella di Presidente della II Commissione Tematica del CGIE, il Consiglio generale degli italiani all’Estero. Di cosa si è parlato?


Non vi è dubbio che i cambiamenti epocali che si stanno delineando dal punto di vista economico, regolamentare e metodologico andranno a impattare anche su una parte dei tantissimi italiani residenti all’estero. Con il CGIE, abbiamo voluto fare il punto della situazione per capire quali siano gli ambiti di intervento da sollecitare e quali le azioni da mettere in campo, in coerenza con le finalità previste dalla legge istitutiva che diede origine a tale Organismo. Un impegno, questo, complementare e sinergico con quello svolto dall’Ital, per tutelare e assistere i nostri connazionali all’estero nella fruizione dei loro diritti.

 

Non hai fatto mancare il contributo delle tue idee nemmeno in occasione di un convegno organizzato dalla Uil sul tema: “La pandemia e l’impatto sulle donne. Uno sguardo dal mondo attraverso le esperienze delle colleghe del Patronato Uil all’estero"...


Sì, è stato un seminario molto importante. L’attenzione alle donne, alle pensionate e a tutte le categorie più deboli è per noi una priorità assoluta. Ho partecipato, dunque, con piacere a questo momento di confronto nel corso del quale abbiamo ascoltato alcune testimonianze del lavoro svolto dagli operatori e dalle operatrici dell’Ital a tutela delle donne. Per l’occasione, ho voluto offrire qualche dato di cui vado sinceramente orgogliosa e che volentieri ripropongo. Su 223 nostri operatori impegnati all’estero, ben 165 sono donne, il 73,99%. Inoltre, su 122 nostri uffici nel mondo, 82 hanno una responsabile donna, il 67,21%. Infine in 8 Stati su 23, negli uffici Ital ci sono solo donne. Anche nelle nostre sedi sul territorio nazionale, ovviamente, c’è una presenza femminile molto significativa e preziosa. C’è bisogno di un lavoro costante e continuo e, in questo quadro, le donne possono rappresentare un valore aggiunto davvero importante.

 

In conclusione, Direttore, ce la faremo a metterci alle spalle questo “annus horribilis”?


Insieme, ce la faremo: sconfiggeremo anche questa crisi sanitaria ed economica, la peggiore dal secondo dopoguerra ad oggi. L’Ital continuerà ad essere in prima linea. Faremo la nostra parte e daremo sempre il meglio di noi stessi, nella consapevolezza che il futuro è anche nelle nostre mani. Questo è il migliore augurio che possiamo farci reciprocamente.