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Diminuzione degli infortuni nel 2010. Rapporto annuale Inail

08/07/2011


“Il confronto tra il 2009 e il 2010 conferma l’andamento decrescente degli infortuni, anche se in misura molto più contenuta rispetto al periodo precedente, con una contrazione dell’1,9% dei casi denunciati (da 790.000 a 775.000) e un numero di decessi (da 1.053 a 980) che, per la prima volta dal dopoguerra, scende sotto i mille casi”.
Questo quanto emerge dal Rapporto annuale 2010 presentato dal Presidente dell’Inail, Marco Fabio Sartori, il 5 luglio 2011.

Secondo la relazione del Presidente dell’Inail la diminuzione degli infortuni nel 2010, pur in un certo permanere della crisi economica ed occupazionale, rappresenta un risultato di particolare rilievo anche stimando che il calo “reale” (al netto dell’effetto della perdita di quantità di lavoro svolta) sia stato superiore all’1% per gli infortuni in generale e al 6% per quelli mortali.
In questi dati non rientrano gli infortuni dei cosiddetti lavoratori “in nero” di cui l’Inail non viene a conoscenza, che, se venissero rilevati, costituirebbero circa 165mila infortuni “invisibili” per il 2009, tenuto conto delle stime sul lavoro sommerso per lo stesso anno recentemente diffuse dall’Istat.
A fronte di una diminuzione degli infortuni si registra, anche nel 2010, un nuovo record per le malattie professionali (+22%, pari a 42.347 denunce, 7.500 circa in più rispetto al 2009 e oltre
15mila in più rispetto al 2006, +58%). Ad avviso del Presidente Sartori “la crescita del fenomeno, eccezionale nell’ultimo biennio, si motiva principalmente con l’emersione delle cosiddette malattie “perdute” incentivata dalle numerose iniziative avviate dall’Inail con il contributo delle Parti sociali e dei medici di famiglia. Una particolare evidenza va assegnata alle malattie muscolo-scheletriche da sovraccarico bio-meccanico, da tempo le più denunciate a livello europeo e divenute negli ultimi anni, anche in Italia, prima causa di malattia professionale con il record di denunce (circa il 60% del totale nel 2010)”.

Se entriamo nel merito di alcuni aspetti, per quanto riguarda ad esempio “gli infortuni “in itinere” (verificatisi nel percorso casa-lavoro-casa e causati principalmente, ma non esclusivamente, dalla circolazione stradale) vi è stata nel 2010 la riduzione maggiore (-4,7%). Contenuta invece (-1,5%) la riduzione degli infortuni “in occasione di lavoro” (avvenuti all’interno del luogo di lavoro, nell’esercizio effettivo dell’attività) che rappresentano circa il 90% del complesso delle denunce. Da segnalare la crescita (+5,3%) degli infortuni occorsi ai lavoratori per i quali la strada rappresenta l’ambiente di lavoro ordinario (autotrasportatori merci, autotrasportatori di persone, rappresentanti di commercio, addetti alla manutenzione stradale, ecc.). I casi sono passati dai 50.969 del 2009 ai 53.679 del 2010, il valore più alto dal 2005, primo anno di rilevazione”.
Ancora molto da fare nel campo della prevenzione per conseguire risultati sempre maggiori.

La sfida del futuro per Gilberto De Santis, Presidente dell’Ital “è arrivare alla creazione di un polo della sicurezza con il coinvolgimento di tutte le strutture interessate” perché per De Santis “la salute non si vende ma nemmeno si regala per questo è importante che all’insorgere di una malattia professionale o di un infortunio il lavoratore riceva la tutela da parte del Patronato per un giusto risarcimento”. Iniziative sono state avviate congiuntamente dalla Uil, dalle categorie e dal patronato Ital per il rafforzamento del ruolo dei quadri, dei delegati, degli Rls e operatori di patronato.

Approfondimenti:

RELAZIONE DEL PRESIDENTE INAIL