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Indennizzo Legge 210/92: sì alla rivalutazione

18/11/2011


L'importo dell'indennizzo di cui alla Legge n. 210/1992 va rivalutato integralmente e quindi anche nella parte più consistente, rappresentata dalla somma corrispondente all'indennità integrativa speciale.

La Corte Costituzionale con sentenza n. 293/2011 ha accolto i ricorsi sollevati alcuni Tribunali ai quali si erano rivolti i danneggiati da emotrasfusioni, dichiarando l’illegittimità costituzionale della norma contenuta nella manovra economica del 2010 che, attraverso un’interpretazione autentica della legge n. 210, aveva escluso dalla rivalutazione secondo il tasso di inflazione programmato l’indennità integrativa speciale.
Queste disposizioni a nostro avviso avrebbero comportato un consistente contenzioso giudiziario.

Si legge nella sentenza che “Le scelte del legislatore, nell’esercizio dei suoi poteri di apprezzamento della qualità, della misura, della gradualità e dei modi di erogazione delle provvidenze da adottare, rientrano nella sfera della sua discrezionalità. Tuttavia, compete a questa Corte verificare che esse non siano affette da palese arbitrarietà o irrazionalità, ovvero non comportino una lesione della parità di trattamento o del nucleo minimo della garanzia”.
Ritiene infine la Corte che sia “fonte di una irragionevole disparità di trattamento in contrasto con l’art. 3, comma primo, Cost., la situazione venutasi a creare, a seguito della normativa censurata, per le persone affette da epatite post-trasfusionale rispetto a quella dei soggetti portatori della sindrome da talidomide, ai quali è riconosciuta la rivalutazione annuale dell’intero indennizzo, mentre alle prime la rivalutazione è negata proprio sulla componente diretta a coprire la maggior parte dell’indennizzo stesso, con la conseguenza, tra l’altro, che soltanto questo rimane esposto alla progressiva erosione derivante dalla svalutazione”.

Ricordiamo che la talidomide è un farmaco usato negli anni cinquanta e sessanta, come lenitivo dei sintomi della gravidanza, del quale si scoprì, solo dopo, l’azione estremamente dannosa che aveva procurato nei neonati.