Il bilancio sociale certifica che il futuro dell'Ital è fondato su solide basi
IL BILANCIO SOCIALE CERTIFICA CHE IL FUTURO DELL’ITAL È FONDATO SU SOLIDE BASI
Intervista al Direttore generale Ital, Maria Candida Imburgia
Direttore, affrontiamo gli aspetti più tecnici inerenti al bilancio sociale. Quale metodologia è stata adottata per la presentazione dei dati?
Abbiamo fatto una valutazione molto semplice: poiché l’ultimo bilancio sociale aveva certificato l’attività svolta sino al 2014, per un’omogenea analisi comparativa, siamo partiti dai dati del successivo anno, il 2015, e abbiamo operato alcuni raffronti con il 2023, evidenziando così alcuni aspetti della crescita dell’Ital. Ci è sembrato logico procedere secondo questo schema, per rendere chiaro, nel modo più immediato possibile, il percorso migliorativo dei risultati conseguiti dal nostro Patronato.
E allora, riproponiamolo questo percorso: innanzitutto, quante sono state le persone assistite dal 2015 al 2023?
In questo lasso di tempo, l’Ital ha offerto il proprio servizio a 7.948.959 persone, passando dai 792.757 assistiti del 2015 ai 917.580 del 2023. Inoltre, sia che si prenda in considerazione l’intero periodo a cui ci stiamo riferendo, sia che si prendano in considerazione, singolarmente, il 2015 e il 2023, si evince che le donne hanno rappresentato poco più del 50% dell’intera popolazione rivoltasi ai nostri uffici e gli uomini poco meno del 50%. Verrebbe da dire che i problemi da affrontare e il bisogno di tutela e assistenza non fanno distinzione di sesso. La parità è nei fatti e va sempre perseguita e tutelata: l’Ital ha operato e opera in tal senso.
Quante sono state le pratiche gestite dall’Ital nel periodo interessato?
In questi nove anni, sono state istruite 12.729.180 pratiche. Ciascuna di esse ha affrontato una problematica sociale di enorme peso. In particolare, purtroppo, spiccano le pratiche per indennità di disoccupazione: nel periodo in questione, l’Ital ha trattato quasi due milioni di questa tipologia; per la precisione, 1.987.969. Peraltro, è impressionante constatare che la prestazione con la percentuale di crescita maggiore è proprio quella relativa al sussidio straordinario di disoccupazione: dal 2015 al 2023 c’è stato un incremento del 3.952,46%. Una percentuale spaventosa che conferma, semmai ce ne fosse stato bisogno, la drammaticità della questione occupazionale. Per noi dell’Ital che operiamo, potremmo dire, per curare o per lenire il danno subito da milioni di lavoratrici e di lavoratori, che vivono il trauma dell’estromissione temporanea o definitiva dal mondo del lavoro, questo dato è anche la riprova dell’insostituibile valore sociale dell’impegno a favore delle persone in difficoltà.
A tal proposito, cosa è successo durante la pandemia? C’è stata una diminuzione o un incremento delle pratiche istruite?
Negli anni 2020, 2021 e 2022, il triennio della pandemia, abbiamo toccato il picco degli assistiti. Per la precisione, nel 2020 eravamo a quota 926.661, mentre nel 2022 si è rivolto ai nostri uffici quasi un milione di persone. Quando il Paese è stato costretto a chiudere per Covid o comunque a rallentare l’attività, l’Ital ha accresciuto il proprio impegno e, come in una sorta di pronto soccorso sociale, ha offerto assistenza a tutte quelle persone che hanno sperimentato la preoccupazione, la paura e la solitudine generate da una malattia che ci ha allontanato gli uni dagli altri. In quel momento, le porte dell’Ital sono rimaste aperte, per accogliere e avvicinare le persone ancor più bisognose di aiuto e tutela e che hanno così potuto fruire di quanto previsto dalla legge, per far fronte ai contraccolpi economici e sociale della pandemia.
Come si è riusciti a dare risposte efficaci e puntuali a così tante persone?
E’ stato possibile istruire tutta questa enorme mole di pratiche e svolgere questa eccezionale attività di assistenza e tutela, perché ci sono state, ci sono e ci saranno, in Italia, nel mondo e nella sede centrale, centinaia di persone che si impegnano ad ascoltare, a dare risposte, a risolvere problemi e, soprattutto, ad aiutare a districarsi nel ginepraio di provvedimenti e procedure farraginose, tante centinaia di migliaia di persone che, ogni giorno di ogni anno, riempiono i nostri uffici, disseminati ovunque, per vedere riconosciuti e per poter esercitare concretamente tutele e diritti loro spettanti.
Quanti sono, complessivamente, coloro che operano per l’Ital, in Italia e all’estero?
Nel 2015, abbiamo avuto, complessivamente, 1.308 operatori. E nel 2023, si è giunti fino a 1.747 unità: quasi il 70% è costituito da donne. Peraltro, ritengo che la dimensione psicologica e l’approccio umano rappresentino un valore aggiunto di questo nostro impegno. In tale quadro, la prevalenza della componente femminile può rappresentare una garanzia di sensibilità e attitudine, nella cura delle persone bisognose di assistenza, che è un fatto da sottolineare e di cui l’intero quadro dirigente dell’Ital, ma anche della Uil, immagino possa andarne orgoglioso.
Quante sono, invece, le sedi operative?
A dicembre 2023, risultano 733 gli uffici operativi nel nostro Paese e all’estero. Erano 675 nel 2015. Grazie al lavoro di tutte le nostre operatrici e dei nostri operatori e alla costante fiducia che ci viene confermata dai nostri assistiti, è evidente che l’Ital continua a crescere per offrire sempre più e migliori servizi alle persone che a noi si affidano. Peraltro, questa crescita è testimoniata anche dall’aumento dell’attività tradotta in punti, dai dati forniti dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali in merito alla totale ripartizione del Fondo Patronati e, infine, dalla percentuale delle pratiche istruite rispetto al totale di quelle patrocinate.
Insomma, possiamo dire che il bilancio sociale ha certificato che l’Ital ha un futuro fondato su solide basi?
Assolutamente sì. L’auspicio è di poter vedere il lavoro del Patronato sempre più valorizzato a livello sociale. Svolgiamo una missione laica, un servizio alla collettività, un’attività di sostegno alle persone che sono sempre state al centro della nostra azione, con il carico dei loro problemi, delle loro preoccupazioni e anche dei loro dolori. Persone che si sono rivolte ad altre persone, alle nostre operatrici e ai nostri operatori, che hanno buttato alle proprie spalle la loro vita e la loro quotidianità, per metterci la faccia e dire a milioni di assistiti: “Eccomi, sono qua, a tua disposizione, come posso aiutarti?”. Sono questi coloro che, in tutti i giorni di tutti gli anni, hanno costruito concretamente, con un impegno eccezionale, il nostro bilancio sociale. A loro va il merito della crescita dell’Ital e il nostro più caloroso riconoscimento.