
Il valore sociale della formazione

IL VALORE DELLA FORMAZIONE
Intervista al Direttore generale Ital, Maria Candida Imburgia
L’impegno sociale è inscritto nel Dna di un istituto come l’Ital: è la ragione stessa della sua esistenza. Da questa constatazione alla realizzazione di un bilancio sociale il passo è breve. Il documento sarà presentato il 30 ottobre e certifica una lunga storia di impegno e di importanti risultati. Ne parliamo con il Direttore generale dell’Ital, Maria Candida Imburgia.
Direttore, possiamo anticipare, seppur per grandi linee, qualche dato e qualche riflessione in merito all’appuntamento di fine ottobre?
A me spetta il compito di presentare una breve relazione con dati di carattere tecnico. In quella sede, come è giusto che sia, approfondiremo l’analisi, l’andamento e le caratteristiche della crescita del nostro Istituto. Possiamo, tuttavia, rilevare che l’Ital ha avuto uno sviluppo costante nell’ultimo decennio, prestando il proprio servizio in tanti e diversi campi, dalla previdenza alla sicurezza sul lavoro, dagli ammortizzatori sociali alla salute, dall’immigrazione all’emigrazione. Abbiamo aiutato milioni di persone, svolgendo un ruolo di Segretariato sociale che ci deriva da una lunga storia e che abbiamo cercato di onorare con passione, competenza e dedizione.
Come è stato possibile mantenere alto questo livello per così tanti anni?
I risultati si ottengono perché c’è una squadra che lavora con impegno e con obiettivi comuni e condivisi, che ha motivazioni etiche e professionalità spiccate. Parlo, ovviamente, in primo luogo, delle nostre operatrici e dei nostri operatori che, sia sul territorio nazionale sia all’estero, garantiscono l’assistenza a tutte le persone che si rivolgono ai nostri uffici. In questi anni, la crescita è stata costante e complessiva e ha riguardato il numero degli operatori, delle sedi e anche l’attività espletata. E questi obiettivi si raggiungono solo con un impegno strutturato e con una speciale dedizione e attenzione ai problemi delle persone.
A proposito di impegno strutturato, quello che l’Ital riserva alla formazione è ormai proverbiale. Anche questo può essere considerato un punto di forza dell’attività dell’Istituto?
Non c’è alcun dubbio. In una società che mostra, con assoluta evidenza, crescenti diseguaglianze sociali, la formazione è un fattore strategico per dare sostanza all’attività di tutela e assistenza delle persone e per poter svolgere questo ruolo in modo sempre più adeguato ed efficace, cercando di coniugare l’evoluzione delle normative e le mutate necessità delle lavoratrici, dei lavoratori, dei pensionati, dei giovani, degli immigrati e degli emigrati.
Possiamo dire, dunque, che anche la formazione ha un valore dal punto di vista sociale?
Credo proprio di sì, perché la formazione, che è da sempre al centro dell’attività del nostro Patronato, tiene alto il livello dei servizi, a vantaggio di chi ci chiede assistenza e tutela per la fruizione dei propri diritti. Più formazione, più qualità, più valore sociale: questa è la forza dell’Ital e in questo quadro vogliamo disegnare il futuro del nostro Istituto.