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Programma Formativo ITAL 2020: al servizio delle persone

Gennaio 2020

 


 

 






 

  

 

INTERVISTA | da Italinforma n. 1 - Gennaio 2020

 

 

 

 

 

 

 
  

 

PROGRAMMA FORMATIVO ITAL 2020: AL SERVIZIO DELLE PERSONE

 

Intervista al Direttore generale Ital, Maria Candida Imburgia

 

 

 

 

 

 

 

Anche quest’anno, il primo atto programmatico dell’Ital è stato quello della definizione del Programma formativo 2020. Si tratta di un documento analitico, che traccia le linee fondamentali dell’attività di formazione del Patronato della Uil. Una scelta che, ormai da tempo, connota un’impostazione strategica indispensabile per un servizio sempre più efficiente ai cittadini e alle persone. Ne parliamo, come di consueto, con il Direttore generale, Maria Candida Imburgia. 
 
Direttore, quali sono le ragioni e gli obiettivi di questo nuovo Programma?
 
Fornire un servizio di assistenza e tutela di qualità è uno degli obiettivi prioritari dell’Ital. Ecco perché daremo ancora impulso alla formazione, puntando a un costante aumento degli standard sia qualitativi che quantitativi della nostra attività. Abbiamo confermato tutti quei progetti già attuati nei precedenti anni con ottimi risultati. In particolare, abbiamo stabilito di dare continuità all’incontro trimestrale con i coordinatori regionali presso la sede dell’Ital, alle web conferenze di aggiornamento per i responsabili provinciali ed estero, al progetto Operatori al centro e agli interventi formativi ad hoc su richiesta dei territori. Anche per quest’anno, poi, organizzeremo la Conferenza formativa e l’appuntamento per la Consulta dei legali e proseguiremo nel percorso della formazione specialistica.
 
Come sarà attuato il Programma formativo?
 
La formazione punterà sia ad approfondire le novità normative introdotte nei vari campi di interesse dell’azione dell’Ital sia ad un consolidamento delle conoscenze che sono alla base del nostro lavoro. Sarà erogata sia in aula sia a distanza e coinvolgerà tutte le aree interessate, dall’Assistenza e tutela alla Salute e sicurezza, dall’Immigrazione all’area Ced e a quella Internazionale. Insomma, il Programma formativo permeerà tutta la nostra azione quotidiana e ci accompagnerà costantemente nel nostro percorso perché, come recita il versetto che abbiamo riportato nella copertina del documento sulla formazione, bisogna rafforzare le radici per avere frutti migliori.  
 
La tradizionale riunione trimestrale dei coordinatori regionali dell’Ital, svoltasi nel mese di gennaio, è stata un’occasione proprio per lanciare il nuovo Programma formativo. Che connotazione ha avuto questo primo incontro del nuovo anno?
 
Si, è trattato, come sempre, di un’occasione di confronto in merito ad alcune importanti esperienze tecnico-operative tra il territorio e lo staff della sede nazionale. In particolare, abbiamo programmato l’attività formativa e organizzativa dei prossimi mesi, con uno specifico riferimento alle novità della Legge di bilancio. In questo ambito, sono tanti i temi che saranno oggetto di approfondimento: dalla proroga dell’Ape sociale a quella per l’Opzione donna, dal bonus bebè a quello per l’asilo nido, dal congedo parentale alla costituzione del bonus per il latte artificiale. 
 
Su questi temi, avete predisposto anche del materiale informativo?
 
Abbiamo messo a disposizione delle strutture territoriali una serie di volantini e pieghevoli che riassumono i contenuti di questi provvedimenti e che possono essere utili per l’attività di informazione della cittadinanza. Anche quest’anno, è nostra intenzione raggiungere nuovi e importanti traguardi avendo, sempre, al centro della nostra attenzione la tutela e l’assistenza dei cittadini, dei lavoratori, dei pensionati, dei giovani, degli immigrati e degli emigranti. E il primo servizio che un Patronato deve offrire è proprio quello di informare le persone dei loro diritti, nel modo più semplice e diretto possibile. 
 
Tra i primi impegni concreti del nuovo anno, c’è stato anche quello sul fronte della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Insieme alla Uil, l’Ital ha organizzato un convegno sul tema dell’amianto. Cosa bisogna fare per affrontare e risolvere questo problema?
 
C’è ancora molta strada da percorrere per risolvere definitivamente questa drammatica vicenda. il problema è che la legge 257, pur avendo proibito l’estrazione e l’utilizzazione dell’amianto, non ha stabilito i tempi per la rimozione e lo smaltimento di quanto già messo in opera. Ebbene, il primo dovere del Patronato è quello di esercitare un’azione di consulenza nei confronti dei cittadini che, per diverse ragioni, possono ancora subire conseguenze dall’esposizione all’amianto. Per adempiere a questo compito, il primo passo necessario è formare i nostri operatori per metterli in condizione di offrire un servizio a tutti coloro che non sono informati, non sono protetti e non sanno come affrontare questa problematica. Peraltro, la legge prevede dei benefici previdenziali e, inoltre, il Fondo delle vittime per l’amianto ha anche dato un contributo molto importante, ma i problemi continuano a persistere. Il nostro compito di Patronato, dunque, deve essere quello di tutelare il diritto alla salute, come diritto prioritario. E in questo solco si colloca il nostro impegno anche sul fronte della salute e sicurezza, al servizio dei lavoratori e delle persone.