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Passione, capacità e competenze per una formazione di qualità

Febbraio 2019

 

 

 

 

 







INTERVISTA | da Italinforma n. 2 - febbraio 2019

 

 



PASSIONE, CAPACITÀ E COMPETENZE PER UNA FORMAZIONE DI QUALITÀ

 

Intervista al Direttore generale dell’Ital, Maria Candida Imburgia



 

Come sempre, la formazione è al centro dell’attività svolta dall’Ital. Lo abbiamo ribadito più volte: si tratta di un vero e proprio fattore strategico, ma anche di una sorta di prerequisito, per rendere il servizio di tutela e assistenza ai cittadini sempre più efficace e corretto. Questo vale a maggior ragione quando si parla di tutele e di diritti per gli stranieri per i quali occorre prevedere percorsi specifici di assistenza e di formazione. 
 

Direttore, l’Ital ha attivato alcuni progetti dedicati agli stranieri. Vogliamo parlarne?

Certamente. Io credo che il ruolo di Segretariato sociale svolto dal nostro Patronato emerga in tutta la sua evidenza proprio quando si realizza la formazione a vantaggio degli stranieri, in particolare di coloro che raggiungeranno il nostro Paese al fine di ricongiungersi ai propri familiari. A questo proposito, di recente, abbiamo svolto una riunione del coordinamento degli operatori Ital del Centro Italia, dedicata all’analisi e all’approfondimento del cosiddetto “Progetto Form@”, acronimo, per l’appunto, di “Formazione Orientamento RicongiungiMento Famili@re”. 

 

In cosa consiste questa attività?

Si tratta di corsi di formazione svolti nei Paesi di origine, in particolare in quelli dell’area del Mediterraneo, dell’Est europeo, in Perù e in Ecuador, a cura degli uffici Ital all’estero. Stiamo conducendo questo progetto insieme agli altri Patronati del Cepa, nell’ambito del Bando Fami che ci siamo aggiudicati: un obiettivo prestigioso, conseguito dall’Ital per la prima volta. Intendiamo, dunque, proseguire lungo questa strada anche per gli anni a venire, migliorando, lì dove necessario, il nostro servizio, soprattutto in merito alla raccolta di adesioni. Ovviamente, sono questioni sulle quali siamo impegnati, come Patronato, dal punto di vista tecnico e, quindi, dell’applicazione della legge, anche in relazione al tipo di assistenza legale che le nostre strutture possono offrire sul territorio.

 

C’è, poi, un altro percorso formativo rivolto agli operatori delle sedi estere in merito ad argomenti di usuale trattazione, RED EST, Certificazioni Uniche, Certificazioni di Esistenza in Vita, per i quali è sempre indispensabile un aggiornamento. Come si svolgeranno questi corsi?

Proprio nei primi giorni di marzo avrà luogo una sessione formativa, in skype conference, rivolta agli operatori delle sedi Ital attive all'estero. Si parlerà di alcuni adempimenti annuali che sono a carico dei titolari di prestazioni pensionistiche italiane residenti all'estero, evidenziandone le novità sia normative che procedurali. Come è noto, infatti, ogni anno occorre procedere alla redazione delle dichiarazioni reddituali RED EST, per verificare la correttezza dell’importo erogato, della Certificazione Unica e, in particolare, della Certificazione di Esistenza in Vita.

 

Chi sono i soggetti “istituzionali” coinvolti in queste procedure?

Gli Enti coinvolti sono l'Inps e l'Istituto incaricato dall'Inps al pagamento delle prestazioni pensionistiche all'estero, vale a dire la Citibank, detta nel linguaggio comune e quotidiano CITI. Queste procedure vengono attivate per assicurare la regolarità dei pagamenti erogati dall’Inps.

 

Come si svolge la procedura?

Citi verifica ogni anno l'esistenza in vita, l'indirizzo e la residenza del pensionato. Quest’ultimo deve presentare attestazioni avallate dai cosiddetti "testimoni accettabili", autorità legittimate ad accertare l’identità del dichiarante. In sostanza, ogni anno, viene inviato ai pensionati il plico che contiene la lettera esplicativa e il modello di attestazione. Occorre, quindi, entro 120 giorni, trasmettere a Citi le attestazioni richieste.

 

Qual è il ruolo che, in questi casi, possono svolgere gli operatori di Patronato all’estero? 

Possono utilizzare un’applicazione, loro dedicata, per la trasmissione telematica dei moduli relativi all’esistenza in vita. Così, il pensionato viene aiutato nella compilazione, nella verifica della correttezza dell’attestazione e nel controllo della documentazione da allegare. 

 

Gli operatori si occupano solo della trasmissione della documentazione?

Sì, anche se in alcuni casi, e cioè per i pensionati residenti in Canada, Australia, Stati Uniti e Regno Unito, vi sono operatori dei Patronati che, in base alla normativa locale, hanno qualifiche rientranti fra quelle dei cosiddetti testimoni accettabili e si occupano, quindi, non solo della trasmissione, ma anche dell’ufficiale attestazione dell’esistenza in vita. In ogni caso, comunque, l’attività di assistenza agevola quei pensionati che, sistematicamente e sempre più di frequente, si rivolgono alle nostre sedi. È proprio la loro rinnovata fiducia che ha consentito all’Ital di diventare il primo Patronato all’estero. Noi vogliamo continuare ad essere all’altezza di questo risultato. Ecco perché svolgiamo con passione il nostro impegno, ma puntiamo anche sulla formazione, valore aggiunto fondamentale per rafforzare le nostre capacità e le nostre competenze al servizio dei lavoratori, dei pensionati, dei giovani e di tutti i nostri assistiti.