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Intervista| L'impegno dell'Ital per il rilancio dell'Ape sociale

ottobre 2017



INTERVISTA |
da Italinforma n. 10 ottobre 2017

 

 

 

 

 





 

L'IMPEGNO DELL'ITAL PER IL RILANCIO DELL'APE SOCIALE


Intervista al Direttore generale Ital, Maria Candida Imburgia

 

 

 



È la previdenza il tema “caldo” di questi mesi. Non solo per la contrapposizione tra Sindacati e Governo sull’ormai famosa questione dell’innalzamento automatico dell’età pensionabile legato all’aspettativa di vita, ma anche per le difficoltà applicative del verbale sottoscritto a settembre dello scorso anno in materia di Ape sociale. Alla fine del mese di ottobre, Cgil, Cisl, Uil e i loro Patronati hanno incontrato il Ministro del Lavoro e il Presidente dell’Inps per individuare le soluzioni più rapide ed efficaci per permettere il pagamento dell’anticipo pensionistico ai lavoratori aventi diritto. Ne parliamo con il Direttore dell’Ital, Maria Candida Imburgia.


Direttore, cosa succede all’Ape sociale? Molte domande non sono state accolte e i criteri di valutazione sono apparsi davvero molto rigidi. Quali possono essere le conseguenze di questa impasse?
Cominciamo dai dati. Alla fine del mese di ottobre, l’Inps ha comunicato che su un totale di 65.972 domande ne sono state accolte solo 20.957. Questo è un enorme problema perché c’è il rischio di vanificare gli impegni assunti con il verbale sottoscritto, lo scorso anno, dai Sindacati e dal Governo, che sancì la chiusura della prima fase del confronto sulla previdenza. Inoltre, fatto ancor più grave, vengono meno le tante aspettative legate all’introduzione di due importanti strumenti di flessibilità quali sono, per l’appunto, l’Ape sociale e la pensione anticipata per i lavoratori precoci. Ebbene, noi non possiamo accettare che accada tutto ciò.


Cosa è emerso dall’incontro al Ministero?
Il Ministro e il Presidente dell’Inps si sono impegnati a rendere pienamente applicabili i due nuovi meccanismi grazie ai quali alcune particolari categorie di lavoratori potranno fruire di un anticipo del trattamento pensionistico.


E come intendono procedere?
Si sono impegnati a semplificare le procedure e a rettificare alcune norme e regole amministrative. I tempi dovrebbero essere brevi. Per parte nostra, collaboreremo con l’Inps per rendere pienamente esigibile, a tutti coloro che ne hanno diritto, sia l’accesso all’Ape sociale sia la pensione anticipata per i lavoratori precoci.


Insomma, sarà realmente possibile superare questi ostacoli burocratici?
Ci eravamo resi conto, sin da subito, che erano troppe le rigidità tecnico-applicative e le difficoltà operative, ma abbiamo comunque svolto il nostro ruolo di assistenza e tutela dei lavoratori che si sono rivolti alle nostre sedi. Il fatto che siano state respinte così tante domande, di certo, non ha fatto venire meno il nostro impegno. Tutt’altro: stiamo già lavorando su quelle posizioni che sono state definite negativamente e a recuperare tutto quanto possibile, nel rispetto della legge e della piena tutela dei diritti dei lavoratori.


Ancora una volta, l’attività dei coordinatori regionali e degli operatori dei servizi sarà fondamentale per conseguire questi obiettivi…
Assolutamente sì: senza la loro attività e il loro impegno non si potrebbe dare corso agli impegni che, su questo fronte, ci siamo assunti con il Ministero e con l’Inps. Peraltro, ci sono già stati alcuni incontri operativi a livello locale tra strutture del Patronato e dell’Istituto di previdenza: questo problema non si risolve se non c’è collaborazione e semplificazione. Stiamo parlando della vita e dei diritti delle persone: su tali aspetti non ci può essere intoppo burocratico che tenga.


Farete anche un monitoraggio della situazione?
È nostra intenzione, anche sulla base di quanto riscontrato a livello territoriale, individuare le criticità e le casistiche più complesse. L’obiettivo è quello di trovare una soluzione percorribile a tutte le problematiche emerse o che dovessero emergere. Dopo tanti anni di sacrifici, la Uil, insieme alla Cgil e alla Cisl, è riuscita ad ottenere un risultato positivo sul fronte previdenziale, affermando il principio della flessibilità e consentendo a quelle categorie di lavoratori che ne abbiano i requisiti di andare in pensione in un’età compatibile con la peculiarità, pesante o disagiata, della mansione svolta. Ebbene, noi faremo di tutto affinché ogni persona che ne abbia realmente diritto possa fruire di questa conquista sindacale così importante.





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