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15 settembre 2014 Numero 8 Anno I

 

ISTANTANEE CUCITE

Il 26 ottobre è successa una cosa “fichissima”, tutti gli italiani hanno ripreso un pezzo della loro vita per fare un enorme film. Con un telefono, una telecamera hanno filmato la propria vita. Una rivoluzione del pensiero: gli italiani registi per un giorno per parlare di amore, paure, aspettative e raccontare l’Italia.

Quarantaquattromila centonovantasette filmati amatoriali ricevuti, oltre duemiladuecento ore di immagini, seicentotrentadue video montati. Una squadra di quaranta selezionatori a lavoro per realizzare il primo social film italiano “Italy in a day – un giorno da italiani” (versione italiana di Life in a day), diretto dal regista Gabriele Salvatores e presentato fuori concorso alla 71° Mostra di Venezia.
Un’enorme coperta di patchwork cucita dagli italiani, settantacinque minuti di film documentario che raccontano la straordinaria quotidianità di un sabato d’autunno. Tutte istantanee del 26 ottobre dello scorso anno che hanno restituito al regista l’immagine di un paese «sofferente ma con dignità, speranzoso verso il futuro». Un affresco collettivo che contiene frammenti di verità, un film dove il regista non ha però rinunciato alla personalità dello sguardo. La nascita, la morte, il lavoro. Il giorno, la notte. Roma, Modena, la Sicilia. La malattia. Il carcere. Un film, tutto Made in Italy, che non rappresenta a pieno l’Italia. Mancano i ricchi, forse perché come spiega lo stesso regista, «non sentono il bisogno di condividere». Raccontare l’Italia anche attraverso la colonna sonora, è stata la sfida del musicista e compositore Vittorio Cosmi e dei Deproducers, che hanno unito con una parte stilistica più di quaranta temi, molto variegati.
E se è vero, come ricorda Salvatores su la Repubblica, citando Eugenio Borges, che «il desiderio degli italiani è di essere ascoltati» il regista con questo film apre la strada a nuovi racconti che culmineranno, forse un giorno, a far raccontare l’Italia agli stranieri. (Silvia La Ragione)