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15 settembre 2014 Numero 8 Anno I

 

NON SOLO AFFARI

Giovanna Zincone - La Stampa - 3 settembre 2014

“Se c’è una forte richiesta di un bene o di un servizio che non trova risposte formali e legali, le troverà illegali e criminali. È accaduto con l’alcol negli Stati Uniti durante il proibizionismo, accade in molti luoghi dove droghe e prostituzione sono vietati. Intorno alla richiesta assai più pressante e dolorosa di raggiungere l’Europa da parte di chi fugge da teatri di guerra o semplicemente da una vita senza futuro si è creato quello che è stato definito da vari studiosi il «business» dell’immigrazione clandestina.

Tuttavia, non si tratta solo di un business, infatti non include soltanto avidi trafficanti di terra e di mare, è piuttosto un «sistema» composto da un ampio spettro di soggetti. Alcuni di loro, ad esempio parti di forze dell’ordine dei Paesi di origine o di transito, cioè coloro che in teoria dovrebbero contrastare i passaggi di clandestini, sono in pratica pronti a farsi corrompere o nei casi peggiori sono inclini a esercitare vergognosi abusi, specie sulle donne. Il sistema migratorio però non è fatto solo da bande di malvagi, non è neppure solo un business in senso stretto, perché non tutti coloro che vi partecipano sono mossi dal profitto. Alcuni componenti del sistema sono disinteressati e benevoli: pensiamo ai parenti e agli amici che prestano soldi per il viaggio o che offrano temporanea ospitalità, pensiamo alla copertura e agli aiuti che organizzazioni religiose e laiche forniscono agli irregolari in difficoltà. E c’è soprattutto il ruolo attivo degli stessi migranti”.