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15 settembre 2014 Numero 8 Anno I

 

ORGOGLIO IN SVIZZERA

L’Orgoglio è fatto di esposizioni ma anche di pazienza. È un po’ quello che è capitato a Lugano il 4 settembre 2014. L’Orgoglio Ital è fatto di tanta pazienza. È emerso nel convegno in questa incantevole cittadina sul lago. La pazienza di costruire uno spirito aziendale in cui gli operatori e la dirigenza Ital discutono di produzione e di nuova organizzazione del lavoro.

La pazienza di mantenere una rete, come ha sottolineato il Presidente dell’Ital Gilberto De Santis, con il sindacato Unia, con i Comites, con gli Operatori, con il Consolato. Il lavoro certosino di enucleare i problemi e trovare le soluzioni, come ha esposto nella sua relazione il Presidente dell’Ital Svizzera, Mariano Franzin. L’orgoglio di poter risolvere l’ennesimo problema che provocherà l’informatizzazione dei Consolati, annunciata dal console di Lugano Marcello Fondi, e che vedrà l’Ital impegnata ad abbattere il divario digitale dei cittadini.
L’orgoglio di tenere sempre insieme l’evoluzione della società e la staticità del mondo del lavoro così come Renzo Ambrosetti, co-Presidente nazionale, ha tenuto a confermare ponendo l’accento sul compito dell’Unia di essere a protezione del mondo del lavoro e Pancrazio Raimondo della UilFrontalieri ha dato l’altolà all’attacco alla contrattazione collettiva.
L’orgoglio dell’Ital, secondo Dino Nardi, è l’essere l’unico avamposto vicino alla Comunità e per Mario Castellengo di essere lo snodo tra comunità e Istituzioni (Consolato, Comites, Sindacati).
Lo stesso incoraggiamento arrivato da Lucio Barresi (Comites di Lugano) e Domenico Mesiano (Sion) ha trovato tutti concordi “Il Patronato deve andare tra la gente, non aspettare allo sportello”. (Silvia La Ragione)