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1 settembre 2014 Numero 7 Anno I

 

Amati dai brasiliani

Aldo Cazzullo - Sette - 8 agosto 2014

“Il confronto con l’Italia è impossibile, e non solo perché non si può confrontare un continente con una nazione. Il Brasile abita l’avvenire; noi sembriamo ormai rassegnati a rimpiangere il passato. L’Italia è l’unico grande Paese al mondo a non aver ritrovato la crescita dopo la grande crisi. […]

Percorrere il Brasile significa rendersi conto da una parte che la nostra identità nazionale è debole, dall’altra che il fascino esercitato dall’Italia nel resto del mondo è intatto. Metà degli abitanti di San Paolo ha origini italiane, ma quasi a nessuno importa: ormai sono tutti brasiliani. Tutti però guardano all’Italia con interesse. Il nostro Paese ha ormai soppiantato la Francia come patria delle cose buone e delle cose belle, come sinonimo di eleganza e buon gusto. L’impressione è che il potenziale sia enorme, tanto da essere sfruttato da marchi falsi. Eppure tanti dei nostri ragazzi, come il rapper Clementino, sono convinti di «portare come Gesù Cristo sul Calvario la croce di essere italiano»”.