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1 agosto 2014 Numero 6 Anno I

 

Giovani: Garanzia a lunga scadenza

Il programma europeo Garanzia Giovani intende affrontare una delle emergenze che maggiormente attanagliano il nostro Paese: la disoccupazione e l’inattività giovanile. Si tratta di una misura preventiva, in quanto ha l’obiettivo di contrastare alla base l’insorgere di una condizione di vulnerabilità socio-lavorativa nella popolazione giovanile, la più colpita dalla crisi, quella che presenta difficoltà nella transizione dai sistemi di istruzione e formazione verso il mondo del lavoro.

L’iniziativa, che ha preso il via in Italia il Primo maggio, mira infatti ad offrire una nuova possibilità (di studio o lavoro) ai ragazzi tra i 15 ed i 29 anni non coinvolti in cicli scolastico-formativi o lavorativi.
Il programma presenta una portata innovativa nelle politiche europee rivolte ai cosiddetti “Neet” (giovani che non studiano e non lavorano), in quanto sancisce un principio di sostegno fondato su politiche attive di istruzione, formazione e inserimento nel mondo del lavoro finalizzate a prevenire l’esclusione e la marginalizzazione sociale.
Garanzia Giovani è dunque anche in Italia, a detta dello stesso Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti in una lettera al Corriere della Sera “un piano ambizioso, una sfida complessa: è il primo banco di prova della capacità del nostro Paese di sperimentare su larga scala politiche attive per il lavoro, di stimolare la partecipazione attiva dei giovani che non studiano e non lavorano per offrire loro un ventaglio di opportunità” .
Occorre tuttavia evidenziare, che per una riuscita ottimale del Piano è essenziale che vi sia il coinvolgimento attivo del mondo imprenditoriale, ragione per cui la prima fase della campagna di comunicazione ministeriale è stata rivolta proprio alle imprese.
Poletti ha inoltre affermato che “Garanzia Giovani è un’occasione importante per segnare una svolta nel funzionamento delle politiche attive per il lavoro”. Ne siamo così convinti che proponiamo ai partner comunitari di renderlo una misura strutturale, che vada oltre i due anni di durata oggi previsti”.
Anche Paolo Reboani, Presidente e amministratore delegato di Italia Lavoro ha ipotizzato un’operazione di riforma strutturale; spiega Reboani: “L’idea sottostante al Programma è quella di costruire una vera architettura del mercato del lavoro che faccia della cooperazione tra enti pubblici, soprattutto i centri per l’impiego, e privato, soprattutto le imprese, il punto fondamentale. (Viviana Toia)