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maggio - ottobre 2017 Numero 3|4|5 Anno IV

 

È ora di soluzioni

Angelo Mattone

Quando nel luglio dello scorso anno a Roma all’attivo nazionale dei quadri di Uil, Cgil e Cisl, il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo avvertì il governo Renzi della raggiunta unità sindacale e della conseguente decisione di rivendicare i rinnovi contrattuali, il suo discorso apparve non solo beneaugurante, bensì suonò come il segnale d’attacco per il movimento dei lavoratori italiani, fermo al palo dei rinnovi da anni e sull’orlo, bisogna ammetterlo francamente, di una sconfitta storica. La stessa sopravvivenza dei contratti collettivi nazionali di lavoro era in discussione per il fuoco di fila concentrico a cui erano sottoposti da parte del mondo datoriale e della politica.
Ebbene, Barbagallo, dopo un paziente e prezioso lavoro di raccordo interno con Cgil e Cisl, sollecitò le colleghe, Susanna Camusso e Anna Maria Furlan a scommettere l’intera posta del potenziale di lotta sindacale su quel Settembre non passerà invano!, suonando una carica talmente evocativa da muovere il cuore e la mente dei tanti lavoratori, lavoratrici, pensionati, pensionate e, introducendo una variante fondamentale per scuotere, finalmente, l’economia nella direzione della creazione di nuovi posti di lavoro per i giovani.

 

I lavoratori, i pensionati, i giovani – esordì il segretario generale della Uil, in quel 12 luglio di un anno fa - non pagheranno il conto di un’austerità ingiusta e discriminante all’Europa della moneta, orientata a togliere dalle loro tasche per ingrassare una finanza rapace e volatile e per alimentare rendite sempre più parassitarie in mano di pochi, consolidando monopoli, quando non creandone di nuovi, e azzerando diritti e conquiste del movimento dei lavoratori.
L’elemento di maggiore interesse sia per il destino del mondo del lavoro quanto per gli esiti sociali, in Italia e in Europa, è stato riproposto di recente all’assemblea Uil delle regioni meridionali, convocata a Bari il 12 settembre scorso, sia negli interventi dei segretari confederali, Guglielmo Loy e Domenico Proietti, sia nelle conclusioni del segretario generale, Carmelo Barbagallo. Ed è stato scandito dalla puntuale introduzione ai lavori del segretario regionale della Uil Puglia, Aldo Pugliese e dalle testimonianze preziose dei delegati di fabbrica e sindacali, tra questi, molte donne. Incrementare la produzione di ricchezza attraverso le aziende capitalizzate, oltre 1 milione e 100 mila, in meridione- ha esordito Loy - è la sfida da vincere per alzare i livelli occupazionali.
La politica di distribuzione e incremento dei redditi, pur aiutata da massicci investimenti di spesa pubblica nel biennio 2015-2016, non è ripetibile nel successivo 2017- 2018. Pertanto la crescita del sud dovrà avere a riferimento i punti di forza, i giovani sempre più scolarizzati e le aziende impegnate in investimenti a medio e lungo termine. Poiché il contesto di efficienza e di produttività del sistema pubblico, è presupposto di sviluppo, bisognerà destinare un terzo della spesa pubblica per scelta politica, al sud.La conclusione di Guglielmo Loy, in perfetta linea con l’evoluzione della Uil, ha raccomandato la formazione continua dei quadri sindacali come condizione per indirizzare e suscitare politiche di sviluppo ai vari livelli locali, nazionale ed europeo.
Proietti, invece, guardando acutamente agli equilibri continentali, ha assunto il valore strategico dell’alleanza tra Uil, Cgil e Cisl, già di per sé pagante nella battaglia per i rinnovi dei contratti, come elemento indispensabile nella trattativa con il governo Gentiloni per saldare il fronte anziani-giovani.
Il segretario confederale della Uil ha sollecitato una visione sociale armonica, nella quale la rivalutazione delle pensioni in base al tasso reale d’inflazione sia accompagnato dal ricongiungimento gratuito dei contributi per i giovani e i cinquantenni. L’allargamento della base sociale dell’anticipo pensionistico, nel linguaggio sindacale Ape, rimane uno degli obiettivi, mentre la flessibilità del sistema pensionistico – nella visione della Uil – è assolutamente indispensabile.
Il sindacato unito, tuttavia, si spenderà in maniera determinata per salvare l’Italia e le sue risorse dalla retrocessione, a partire dai giovani, ai quali si dovrà necessariamente assicurare un secondo pilastro pensionistico da affiancare a quello principale, -ha concluso Proietti.
Carmelo Barbagallo, ancora una volta come nell’anno precedente, in occasione dell’assemblea dei delegati, è stato più che convincente nel delineare la linea e le tappe da seguire nei prossimi mesi.
Per mantenere i diritti, bisognerà sempre lottare. Alla base di qualsiasi rilancio dell’Italia sta l’innovazione della pubblica amministrazione, a maggior ragione, dopo nove anni di crisi. Dichiarare la crisi superata, senza tener conto dei salari, purtroppo fermi al palo, non solo può essere pericoloso, ma fatalmente recessivo. L’Italia, al momento, ha bisogno di consolidare i miglioramenti conseguiti, essendo ancora troppo debole e in bilico nel contesto delle potenze europee.
La decontribuzione strutturale è l’elemento portante per rilanciare l’economia italiana.
Mettere al centro della società europea l’unico valore, i lavoratori, risorsa principale della società e delle imprese.
Una rivisitazione urgente e inderogabile dei lavori usuranti – ha continuato il segretario generale – dovrà ricomprendere alcune categorie fortemente penalizzate, per le quali la Uil conduce da anni una battaglia.
Mentre l’accordo sulla povertà, anch’esso, non copre l’intero arco delle esigenze.
Nel sud il rilancio passa attraverso un radicale intervento per mettere in sicurezza il territorio e nel contempo dotarlo delle principali infrastrutture. La stessa aspettativa di vita, calcolata dall’Istat in questi anni non risponde affatto alla realtà dei fatti, essendosi abbassata, a causa del fondamentale impoverimento della popolazione.
Barbagallo ha lamentato, inoltre, la mancata attivazione di massa del secondo livello contrattuale fondato sul rilancio della produttività, senza la quale non solo il sud non decollerà, ma la stessa Italia non aggancerà la ripresa europea.
Circa il rinnovo del contratto nazionale del pubblico impiego, il segretario generale della Uil, ha lanciato un preciso monito al governo Gentiloni: bisognerà rinnovarlo prima dell’approvazione della legge finanziaria. Insomma, un autunno possibilmente freddo sarà riscaldato dalla forte spinta di Uil, Cgil e Cisl sulla vertenza, salari pesanti, fisco leggero e tanta voglia di riscatto!