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18 Gennaio 2016 Numero 45 Anno III

 

10 regole per il curriculum perfetto

Daniela Uva - Repubblica.it - 5 febbraio 2015

“La grafica da utilizzare, le abilità da mettere in evidenza, la capacità di essere concisi. Tutti aspetti fondamentali per riuscire a scrivere un buon curriculum. Un “pezzo di carta” fondamentale al quale è affidato il compito di spalancarci le porte di un potenziale colloquio in azienda. Da redigere, quindi, con la massima attenzione e senza lasciare nulla al caso. Soprattutto se il tempo che si ha a disposizione per fare centro è davvero pochissimo. Esattamente 8,8 secondi. Tanto è il margine di attenzione di chi legge il CV secondo una nuova ricerca, pubblicata sul quotidiano britannico Telegraph, condotta dal social network dei professionisti LinkedIn. Per non sbagliare e aumentare le proprie chance ecco allora il decalogo messo a punto dall'esperta Lousia Symington-Mills.

SINTESI. La prima regola è essere il più possibile concisi. Niente può scoraggiare di più che fiumi di inchiostro da leggere. Se non si vuole irritare l'interlocutore prima ancora che cominci la lettura, occorre sintetizzare al massimo ogni esperienza. L'ideale sarebbe riassumere il CV in una sola pagina e inviarlo già stampato.
PRECISIONE. Affinché il curriculum sia di facile lettura è necessario dividerlo in capitoletti ai quali va dato un titolo concreto. Inoltre, è necessario illustrare gli obiettivi e i risultati fino a quel momento raggiunti. In questo modo si evita che insorgano dubbi nell'interlocutore o che quest'ultimo debba ricostruire il percorso formativo e professionale, perdendo tempo prezioso.
TRADIZIONE. Chi cerca una persona da assumere spera che il compito sia il più facile possibile. Quindi è bene abbandonare l'idea di un curriculum troppo originale e fuori dagli schemi. Potrebbe diventare un boomerang. Molto meglio puntare sul formato standard e su caratteri di facile lettura. Del tutto sconsigliati sono le pagine colorate, i disegnini e l'uso della propria calligrafia.
RILEVANZA. Un CV deve far venire voglia a chi lo sta scorrendo di continuare a leggere. Se un'azienda cerca un determinato profilo, e si ritiene di impersonarlo, è bene citare le esperienze più significative nelle primissime righe. E via via parlare delle altre. Le competenze in linea con l'occupazione sono in assoluto le prime che il datore di lavoro deve vedere. Prima che passino i fatidici nove secondi.
UMILTÀ. Se si desidera colpire con il proprio CV è meglio evitare gergo e frasi fatte. Una ricerca recentemente condotta da LinkedIn ha dimostrato che, nel 2014, la parola più abusata è stata “motivato”. Seguita da “creativo”, “entusiasta” e “appassionato”. Sono termini facili da usare, ma più difficili da dimostrare. È sempre meglio far vedere le proprie qualità sul campo.
GRAFICA. Quando si compila un curriculum bisogna anche pensare a come colpire lo sguardo dell'interlocutore. Una tecnica molto utile prevede l'uso sapiente di grassetti, barre laterali e caratteri più grandi. Vanno usati in modo selettivo, per attirare l'attenzione su elementi basilari del CV.
CONNESSIONE. Nel mondo dei professionisti social network come LinkedIn stanno diventando sempre più importanti, anche in fase di reclutamento. Ma tutto quello che siamo in grado di mettere in Rete può anche essere tradotto sulla carta. Evidenziare le credenziali social, se hanno attinenza con l'occupazione oggetto del colloquio, dimostra che si è costantemente connessi. E pronti per il nuovo ruolo.
INTERESSE. Facile a dirsi, più difficile a farsi: bisogna essere interessanti. La vita non è fatta di solo lavoro, quindi dopo aver colpito l'interlocutore con le proprie abilità è bene menzionare ciò che si ama fare nel tempo libero. Entrando il più possibile nello specifico. A quanto pare, citare hobby generici è uno dei dieci passi falsi nella compilazione di un curriculum. Quindi bando a termini quali “cultura” o “socializzazione”. Se si corre per la maratona, o si scia sulle Alpi, è fondamentale dirlo.
SVILUPPO. Anche dimenticare di citare il proprio sviluppo personale è un errore da non commettere. Per questo è bene pensare a qualche qualità che il datore di lavoro gradirebbe scoprire, e puntare proprio su quella. Magari sulla capacità di parlare in pubblico, di risolvere i problemi o di gestire situazioni impreviste. Il proprio lato più nascosto deve venire fuori entro nove secondi.
CONTROLLO. Seguendo queste regole è molto più facile fare colpo sul datore di lavoro. Ma ovviamente è fondamentale rendersi reperibili. Quindi prima di spedire o inviare il CV è bene controllare che i propri riferimenti (telefono, indirizzi, email) siano esatti, chiari, aggiornati e professionali. A quel punto non resta che rispondere. E incrociare le dita.”


Daniela Uva – Repubblica.it – 5 febbraio 2015