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7 Gennaio 2016 Numero 44 Anno III

 

gli appunti di ampelio

Un amico mi manda nel corso della notte di capodanno un sms che dice: "Sveglio dopo gli auguri del presidente porgo auguri di un felice 2016". A cui prontamente rispondo:
"Il prossimo anno il messaggio verrà spostato a dopo mezzanotte". Ma dopo questo botta e risposta e dopo i fuochi d'artificio per festeggiare l'anno nuovo, nei giorni seguenti rifletto sul messaggio del Presidente Mattarella. Il suo parlare lento, con una tonalità unica, senza variazioni retoriche e con una timidezza evidente e non nascosta.

Il contrario della spettacolarizzazione della politica che nasce dai tempi di Craxi, diventa enorme con Berlusconi e trova la sua consacrazione in Renzi.
Da troppo tempo molti di noi auspicano più sobrietà nelle istituzioni ed una volta che abbiamo un Presidente decisamente sobrio dobbiamo evidenziarlo favorevolmente.
E poi è importante che non sia intervenuto su tutti gli argomenti in voga come le banche o di vetrina come i marò evitando gli elenchi delle promesse. Invece quasi chirurgicamente ha scelto alcuni temi diffondendo un’aria di impegno tale da far titolare un quotidiano: " Il Colle e quella esigenza di scongiurare il rischio della generazione perduta". Meglio i fogli di carta immobili sulle ginocchia di Mattarella che le slide di Renzi con i gufi.