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7 Gennaio 2016 Numero 44 Anno III

 

per il lavoro, quo vado?

Ci aveva provato qualche anno fa il ministro Tremonti a parlare di posto fisso. Quasi nessuna reazione. È diventato un tabù dei giorni nostri. Il primo merito di Checco Zalone in "Quo vado?" è quello di aver dato al "posto fisso" il ruolo di attore protagonista del film.
Una pellicola sul lavoro in cui si parla anche di nuova emigrazione, di lavoro umanitario, di integrazione, di pubblica amministrazione. Tutto con l'occhio della prima Repubblica che è anche la canzone simbolo del film.

Una prova cinematografica troppo serena per parlare di argomenti che non fanno ridere.
E d'altra parte questo film non è per niente comico. Tratta con lievità, quasi con simpatia, i nostri vizi, i nostri tic, le nostre abitudini.
Non c'entra niente la sociologia, la politica, la cultura. C'entra molto il botteghino. E diventa un altro caso incomprensibile di successo. Per dirla con la rubrica Jena della Stampa: "Milioni di Italiani corrono a vedere Checco Zalone e noi ancora ingenui ci meravigliamo che al governo ci sia Renzi.”