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15 Dicembre 2015 Numero 42 Anno II

 

gli immigrati fanno bene alla previdenza

Studi recenti dimostrano che la presenza di cittadini stranieri nel nostro paese, oltre a portare benefici alla demografia, compensando il calo della popolazione autoctona, apporta vantaggi anche al nostro sistema fiscale e previdenziale. La Fondazione Leone Moressa, che ques’anno ha focalizzato il Rapporto annuale sul tema dello sviluppo (qual è il contributo che gli immigrati danno sia allo sviluppo locale dei territori italiani sia a quello dei paesi di origine) afferma che gli immigrati non sono solo costi e accoglienza ma sono soprattutto ricchezza.

Gli immigrati sono una ricchezza perché gli occupati stranieri nel 2014 hanno prodotto l’8,6% del PIL nazionale, pari a 125 miliardi di euro. Sono una ricchezza perché i contributi previdenziali versati dai lavoratori stranieri sono 10,3 miliardi di euro e vengono utilizzati per “pagare” 620.000 pensioni agli italiani. Sono una ricchezza perché il rapporto tra costi dell’immigrazione (12,6 miliardi di spesa pubblica) e benefici prodotti dagli immigrati (16,5 miliari di contributi previdenziali, redditi e Irpef netta) è di 4 miliardi di euro che vanno ad alimentare le casse dello Stato.
La loro ricchezza dunque deriva dal fatto che producono ciò che altrimenti non verrebbe prodotto, poiché generalmente svolgono mansioni che tendono ad essere ignorate dagli italiani, e pagano tasse allo Stato, ma dallo Stato ricevono poco - o comunque in misura minore rispetto agli italiani - in termini di servizi e prestazioni previdenziali. Anche per questo, come per la loro capacità demografica, gli immigrati in Italia devono essere considerati una risorsa da valorizzare. (Maura Tabacco)