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1 Novembre 2015 Numero 39 Anno II

 

riforma terzo settore

Dall'intervento di Nicola Ciolini, Consigliere Regione Toscana

La Riforma del Terzo settore ha avuto un iter abbastanza veloce in prima lettura alla camera, mentre registriamo una certa difficoltà al passaggio al senato dove sembra più difficile trovare un accordo che soddisfi le forze di maggioranza. E’ necessario che si superi questa sorta di palude “parlamentare” soprattutto nell’interesse di tutti coloro che beneficiano dei servizi o delle attività svolte dai soggetti che rientrano nella definizione di terzo settore.

Siamo convinti che sia utile fare finalmente chiarezza su questo tema e dare certezze a chi per anni si è speso principalmente per gli altri con spirito solidaristico volto al bene comune. Certamente il terzo settore non è soltanto volontariato, non possiamo dimenticare che oltre ai tanti volontari si sono creati anche posti di lavoro per tanti giovani, e per tanti altri che altrimenti avrebbero trovato difficoltà a trovarlo perché soggetti svantaggiati: basti pensare ai portatori di handicap, come ai carcerati, ai tossicodipendenti ed altri gruppi di persone emarginate. Un sistema che ha proprio nella sua natura, nel funzionamento, nella struttura, la sua vera missione. Duole dirlo ma purtroppo, anche recentemente, si sono palesati casi di malaffare - da condannare fermamente ancora una volta – che hanno portato discredito a volte ingiustificato per tante realtà che hanno dovuto subire giudizi affrettati portati avanti talvolta da campagne populiste e generalizzate.

Un riordino e un aggiornamento della legge è un obiettivo improrogabile se vogliamo che il terzo settore continui a vivere e a progredire. L’attuale incertezza di alcune norme e le vicende sopra ricordate stanno portando amministrazioni di vari comuni a mettere a gara molto servizi che oggi sono gestiti dai soggetti di questo ambito: un esempio su tutti è il trasporto sociale dei disabili oppure le convenzioni dei centri diurni. Per esempio sia il comune di Firenze che quello di Prato stanno cominciando a bandire le gare per questo tipo di servizi. Sono difficili da prevedere le conseguenze che questo tipo di condotta potrà avere, certamente penso che la competizione tra associazioni che hanno come finalità l’assistenza sociale non possa essere considerato promozione o incentivazione del volontariato, o di quanto a questo correlato. Allora bisognerà sciogliere questa contraddizione dove da un lato il disegno di legge propone che ci possa essere l’affidamento diretto dei servizi, e dall’altro l’autorità nazionale per l’anticorruzione intima alle amministrazioni di mettere a gara per tutti i servizi erogati.

La Riforma del Terzo settore e le esperienze in Regioni virtuose come la Toscana oltre a essere veicolo per la promozione del volontariato ed esempio per l’educazione civica e sociale delle future generazioni, ha bisogno oggi di non essere campo di battaglia politica per ipotetiche dimostrazioni di forza o per la tutela di interessi di pochi, ma deve essere occasione di confronto vero per la valorizzazione di tutti quei soggetti che nel tempo si sono spesi per arrivare ad avere una definizione precisa di terzo settore.