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1° ottobre 2015 Numero 36 Anno II

 

gli appunti di ampelio

Qualche volta anche giornalisti famosi scrivono per gioco. I pezzulli come li definisce Silvia Truzzi possono avere l'intento dello ioci e non del docendi causa.
Allo "ioci" spesso si dedica Marco Travaglio, come nell'incipit di un articolo ferragostano su "Il Fatto Quotidiano".

"Io Astropapà alla terza missione un italiano medio nello spazio (Paolo Nespoli). Dopo Astrosamanta e Astropapà si attende con ansia l'invio nello spazio del signor Onzo "Alcuni giorni dopo lo stesso giornalista chiudeva un suo articolo ironizzando su "l'aumento vertiginoso del girovita del nostro premier, a parte il triplo mento, dalle foto pare aver ingoiato un capidoglio di traverso" descrivendo la gag di "un turista romano di passaggio (a Expo 2015) che avrebbe commentato "A Mattè, se vede che sei stato dar dietologo. E che te lo sei magnato". Che non è proprio una battuta nuova ma che rende bene ogni qualvolta viene utilizzata. Ma il pezzo giornalistico vera espressione della giocosità giornalistica è la vignetta. Ce n'è una di Elle Kappa su Repubblica che commentando i vari annunci a colpi di numeri di cui è piena la comunicazione del premier Renzi, vede i due soliti personaggi scambiarsi queste battute "I dati Istat consentono al paese una boccata di ossigeno" - "Poi di nuovo tutti nella stiva". E' un pò macabra per il riferimento alle morti di profughi negli scafi. Ma anche rimbambire la gente di numeri alla fine è macabro per un disoccupato.