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1° ottobre 2015 Numero 36 Anno II

 

il web è per gli invidiosi

C'è poco da fare, anche digitalmente parlando l'invidia e le ostilità di chi ci sta intorno non si possono evitare, anzi vengono ostentate da chi oggi viene etichettato come "Haters".

Gli "odiatori", infatti, rappresentano quella categoria di utenti digitali che sfruttano la rete e i social network per esprimere il proprio dissenso utilizzando spesso commenti durissimi, insulti e provocazioni.
Gli haters amano creare delle vere e proprie discussioni sulle "bacheche" degli altri per poter esprimere pubblicamente la loro disapprovazione in merito agli argomenti più disparati.
L'invidioso, come lo chiameremmo noi nella vita reale, stenta a farsi avanti mettendoci la faccia, mentre la rete gli garantisce una sorta di protezione che gli permette non solo di esprimersi liberamente, ma di farlo spesso e volentieri usando cattivi giudizi e brutte maniere che ledono l'amor proprio di chi li subisce. È pur vero che, fortunatamente, tutti i social permettono di "aggiungere" e scegliere consapevolmente le proprie amicizie digitali garantendo una sorta di filtro che ci evita di incappare in lunghe discussioni sgradevoli provocate dagli invidiosi di turno.
Gli haters non fanno altro che denigrare chi ha più successo di loro, chi magari ha una gioia da condividere, chi vuole rendere partecipi gli altri della propria felicità del momento, chi insomma ha qualcosa in più di loro, come se facendo ciò questo gli garantisca di ottenere quel qualcosa in più.
Gli invidiosi della rete sono inoltre ben individuabili tra i più giovani negli episodi di ciber-bullismo, ecco che in questi casi gli haters diventano un vero pericolo andando a colpire le fasce più deboli, gli ingenui di turno, coloro i quali non sono in grado di difendersi, o semplicemente non reagiscono con la dovuta indifferenza che i loro insulti meritano.
Esprimere dissenso è legittimo, chi non lo fa? Ma bisogna evitare che la libertà di espressione diventi offesa! L'intelligenza del critico sta nel capire quando è bene dissentire e quando è ancor meglio tacere. A volte esprime più disapprovazione un commento non detto di uno scritto male! E la differenza tra un critico coscienzioso e un semplice invidioso sta proprio in questo. (Noemi Mirulla)