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15 Settembre 2015 Numero 35 Anno II

 

gli appunti di ampelio

Quasi un occhio superiore avesse visto che eravamo stanchi di un dibattito sull'immigrazione, privo di novità, quasi avesse capito che anche i salvataggi e le ecatombe nel Mediterraneo fossero diventate una routine interrotta sempre più spesso solo dal raggiungimento di un nuovo primato, ahimè di morti, indignazioni, riflessioni, proposte diventate ormai aride e sterili.

Occorrevano immagini che ci sbalzassero fuori dalle nostre sicurezze. Ed ecco il corpo del bambino siriano morto sulla spiaggia turca di Bodrum. Deflagrante. E da lì un susseguirsi di immagini. I cittadini tedeschi che applaudono alla stazione ferroviaria di Monaco che applaudono alla stazione ferroviaria i profughi siriani in arrivo.
Una marea di profughi che cammina sulle autostrade o superstrade europee. Una colonna di centinaia di automobili che fanno la spola dall'Austria alla Ungheria per andare a prendere i profughi e portarli entro il confine austriaco. Poi sì anche l'immagine incredibile della reporter ungherese che sgambetta i profughi. E altro ancora che ci aspetta. Sì tra un pò avremo i muri in Macedonia e in Ungheria rispetto ai confini con la Serbia. Ma ormai le immagini rendono un gracchiare in sottofondo i commenti di tante parole inutili pro e contro,
Le immagini sono un atto di accusa senza se e senza ma. A cui si risponde solo con fatti concreti e costruttivi.