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15 Settembre 2015 Numero 35 Anno II

 

la mezza età

Vittorio Sabadin - La Stampa - 30 luglio 2015

“I sessantenni hanno oggi lo spirito di un quarantenne, ma con meno pressioni e responsabilità dei quarantenni veri. I figli sono cresciuti, se ne sono andati e sono autonomi; chi ancora lavora lo fa in modo più rilassato e appagante, tiene la mente attiva dedicandosi agli hobby che prima aveva trascurato e può ancora andare, come quando era ragazzo, a sentire i concerti di Bob Dylan e dei Rolling Stones, attivissimi settantenni rimasti giovani come lui.

A sessant’anni oggi si prova un po’ d’irritazione se qualcuno si alza per offrirti il posto in autobus, o se la cassiera del cinema o del museo chiede se si desidera la riduzione per gli anziani: non è quella la categoria alla quale si pensa di appartenere e bisognerebbe inventarne un’altra. In Gran Bretagna hanno proposto «adulto senior», un’espressione accettabile, che fa pensare a un quarantenne con un po’ di saggezza e di esperienza in più.
Ma quando è dunque che oggi si diventa vecchi? Gli esperti di gerontologia hanno rifatto i loro calcoli e stabilito che quella della vecchiaia sarà d’ora in avanti un’età variabile, che comincia dieci anni prima dell’aspettativa di vita media. Poiché questo limite (oggi posto a circa 80 anni) cresce ogni anno, si potrà restare felicemente «adulti senior» ancora a lungo: almeno fino alla prossima riforma della sanità e delle pensioni”.