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1° settembre 2015 Numero 34 Anno II

 

taranto narrata

da "La Ferocia" di Nicola Lagioia edizioni Einaudi. Premio Strega 2015)

"Nei quartieri adiacenti all'acciaieria morivano ragazzi di trent'anni. Si ammalavano le bambine di dodici. Tumori allo stomaco, ai polmoni. Robusti padri di famiglia si piegavano su se stessi e nel giro di pochi mesi erano morti. Volti svuotati. Teste calve. Un ammalato ogni diciotto era una percentuale da piaga biblica. Ed era in fondo questo che Orazio Basile aveva temuto fino a un momento prima, ciò che temevano persino quelli che venivano dalle lontane stagioni delle lotte sindacali. Che ci fosse di mezzo qualcosa di soprannaturale. Un dio invincibile e malvagio.

Partivano inchieste, si arenavano inchieste. Si ordinavano sequestri di interi impianti, gli impianti continuavano a funzionare. Si congelavano patrimoni giganteschi, i patrimoni venivano restituiti. Intanto gli ospedali si riempivano fino a scoppiare. I chirurghi aprivano toraci, segavano scatole craniche. Piccoli gruppi di persone piangevano in camere sempre più grigie e squallide. Se fosse successo qualcosa in grado di invertire questo ciclo, allora forse in decine di migliaia avrebbero preso coscienza di essere solii sulla Terra. Si sarebbero armati con pietre e con bastoni".