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1° settembre 2015 Numero 34 Anno II

 

emoticon o emozioni?

Si iniziò solo con sorrisi :) e faccine tristi :( per passare subito dopo ad occhiolini ammiccanti, sguardi assonnati o linguacce. Ora, dopo circa trent’anni dalla loro prima comparsa le faccine, anche dette emoticon, smile o smiley sono entrate a far parte del nostro linguaggio a livello globale.
Un recente sondaggio di Yahoo ha permesso di scoprire che l’82% dei fruitori di messaggerie le usa tutti i giorni e il 61% si esprime meglio utilizzandole. La stessa ricerca ha poi permesso di suddividere gli utilizzatori per età e per tipo di emoticon maggiormente usata dando un interessante spaccato della società.

Oggi sui cellulari e nelle chat, milioni di faccine navigano da un posto all’altro del pianeta e, cosa molto importante, permettono di superare le barriere linguistiche attraverso l'uso di simboli universali.
C'è chi sostiene che le faccine diano calore ad un tipo di comunicazione, quella on line, che è fortemente verbale, e l'emoticon renda più semplice, ad esempio, riscaldare un messaggio apparentemente formale.
Altri, invece, asseriscono che basterebbe avere una competenza linguistica appropriata per non aver bisogno alcuno di ricorrere agli smile e riuscire a comprendersi meglio anche in contesti del tutto seri.
Secondo il galateo della Rete, però, è bene usare gli smile e affini con moderazione, tranne quando si fa una battuta che potrebbe essere equivocata, mancando nella chat la possibilità di esprimere le "sfumature".
I detrattori dell'eccesso d' uso delle "faccine" sostengono - forse non troppo a torto - che l'inserimento ripetuto in e-mail ed sms non dipende solo dalla crescente velocità nella comunicazione, ma nasconde anche una crescente incapacità di usare il ricco vocabolario che ci fornisce la lingua italiana.
Resta il fatto che tutti ormai utilizzano le emoticon. Secondo le ricerche è un fenomeno che tocca tutte le classi sociali ma sono i più giovani a farne più uso ma anche abuso. E' un dato di fatto che i ragazzi non telefonano più, si scrivono. Dalla mattina a nottetempo stanno lì a smanettare con i messaggini o a chattare con "amici" sparpagliati per il mondo. Le faccine di emoticon fanno da padroni nella loro sfera comunicativa. Potremmo considerarle soluzioni preconfezionate in cui specchiare i propri desideri. Parole, disegni e simboli precotti, ma molto efficaci nella rappresentazione del loro universo emozionale. Non si tratta però di emozioni precotte! L' insieme risulta un groviglio di tutto quello che di bello o di banale frulla nella testa dei ragazzi di oggi e pur cambiando gli strumenti della comunicazione, i contenuti sono quelli di sempre. E, come accade da secoli, è l'amore a occupare quasi l'intera scena! (Noemi Mirulla)