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1° settembre 2015 Numero 34 Anno II

 

ue: ariecco i confini

Porte chiuse agli immigrati europei senza lavoro. È la proposta shock di Theresa May, Ministro dell’Interno britannico per arginare l’arrivo di migranti UE, giudicato insostenibile a fronte dei dati relativi ai flussi migratori usciti pochi giorni fa. Nel periodo marzo 2014 – marzo 2015 il saldo migratorio della Gran Bretagna ha raggiunto il suo massimo storico: +329mila persone (636mila arrivi contro 307mila partenze), 94mila in più rispetto all’anno precedente. In Italia, il nostro record, secondo i dati Istat, risale al 2007 con +492mila ingressi (558mila arrivi contro 65mila partenze). Il dato inglese non è così eclatante come ci vogliono far credere, piuttosto, è chiaro come il vento del populismo che soffia in tutta Europa sferzi anche sulla Gran Bretagna.

Gran parte degli immigrati proviene dagli Stati membri dell’Unione e secondo l’accordo di libera circolazione – ha sottolineato il ministro Britannico – i cittadini comunitari hanno il diritto di accettare un posto di lavoro che sia già stato offerto e non la possibilità di cercarselo in giro per l’Europa. Un’interpretazione alquanto bizzarra dell’art. 45 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea che riconosce la libera circolazione dei lavoratori come uno dei principi fondamentali dell’UE. Principio che basa la sua realizzazione proprio sull’opportunità che hanno i cittadini di potersi spostare liberamente in qualsiasi paese dell’UE per cercare un nuovo impiego, elemento centrale del successo del mercato unico europeo.
Ne sanno qualcosa i giovani italiani che ogni anno lasciano il nostro paese per trasferirsi nella City (57 mila nel 2014) per fare i lavapiatti e camerieri nei migliaia di pub, ristoranti e bar presenti in città. Un intero settore, quello della ristorazione, che regge grazie agli immigrati. Il 40% della popolazione è rappresentata da stranieri. Senza gli immigrati europei, Londra si fermerebbe di colpo. Di questo avviso, è anche la Confindustria britannica, secondo cui negare l’ingresso ai migranti Ue, significherebbe chiudere di colpo molte industrie.

Già David Cameron l’autunno scorso aveva lanciato l’offensiva contro i cosiddetti turisti del Welfare, gli europei e no, che secondo il governo britannico attraversano la Manica solo per succhiare risorse al sistema di sicurezza sociale di Sua Maestà la Regina. In quell’occasione Bruxelles aveva risposto ricordando come i disoccupati britannici percepiscono più benefici in giro per l’Europa di quanto gli stranieri senza lavoro incassino nel Regno Unito e di come gli oltre 120mila pensionati inglesi residenti in Spagna, visto la loro veneranda età, attingono pesantemente al Welfare iberico. Mala tempora currunt. (Gabriele Di Mascio)