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1° Agosto 2015 Numero 32 Anno II

 

gli appunti di ampelio

Il latino resiste e spesso è equivoco.
Non solo quando ti fa prendere lucciole per lanterne. Come il caso dell’argomento Inail più gettonato che è l’infortunio in itinere che i più sapientoni lo scambiano per interim.
Nell’attività di patronato, o comunque giuridica, viene spesso usato il “parere pro veritate”. Come se ci possa essere un parere pro bugia. È, tra l’altro, quanto ti viene in mente rispetto ad alcuni che usano l’intercalare “sinceramente”, quasi tutto il resto lo dicesse in maniera menzoniera.
Ma l’ultima resurrezione latina la abbiamo con i consiglieri del Governo Renzi che tengono a precisare, anche nel firmare articoli sulla stampa nazionale, di essere “consigliere pro-bono”. Come ci potesse essere un “consigliere pro-cattivo”.
Ma la cosa che più fa riflettere è che forse utilizzando quella frase si dimostra, quasi, o ci si vergogna, quasi, della difficoltà di dire consigliere “gratuito”. Forse un eccesso di modestia. Oppure: non si sa mai…